Sul corriere.it si legge: Giro di vite per limitare le assenze ingiustificate dei dipendenti pubblici. D'ora in poi la visita del medico fiscale «è sempre obbligatoria anche nelle ipotesi di prognosi di un solo giorno». Lo stabilisce una circolare firmata dal ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta, indirizzata a tutte le pubbliche amministrazioni (i punti del documento).
Sulla questione avrei alcune cose da puntualizzare:
1. alcune amministrazione già prevedono la richiesta obbligatoria della visita del medico fiscale;
2. non è possibile estendere l'obbligatorietà a tutta la P.A. in quanto non ci sono medici della ASL a sufficienza;
3. considerato che ogni visita fiscale costa al datore di lavoro circa 25 euro molti comuni, scuole ecc. dovranno sopportare un costo in alcuni casi insostenibile;
4. la nuova fascia oraria di reperibilità (13-14) non permette al "vero malato" di poter andare in farmacia o fare la spesa;
Il timore è che questo governo punti al consenso dell'opinione pubblica senza mirare a sanare l'inefficienza della P.A. e anzi questo attivismo sia dovuto sia alla attuale contrattazione (aumenti minimi dopo anni di decurtazione del potere d'acquisto) e spingere la privatizzazione di ampi settori pubblici (come già fatto per telefoni, autostrade, Consip ma con dubbi vantaggi per i cittadini)
Le norme che puniscono i "fannulloni" ci sono già ma non vengono applicate, quindi si decide di inasprire tutto e vessare anche quei dipendenti pubblici onesti (e ci sono): infatti chi fa il furbo lo continuerà a fare!
On. Brunetta il vero problema della P.A., a mio avviso, è l'organizzazione elefantiaca così congeniata per aumentare il numero dei dirigenti (nel mio ufficio ogni 5 dipendenti ha un dirigente) e la mancanza di lavoro e di incentivi.
Avrei dei consigli:
1. prepensionamento per i dipendenti pubblici più anziani (80% dello stipendio fino al raggiungimento dell'età pensionabile). Con meno personale si possono razionalizzare le sedi e aumentare i salari (la stessa proposta l'aveva fatta Nicola Rossi, esponente PD);
2. prevedere dei percorsi di carriera interni: per esempio ogni 2 anni è possibile partecipare alla selezione nella quale abbia un peso i corsi di aggiornamento fatti, le eventuali assenze, la valutazione del dirigente ecc.
3. controlli e sanzioni disciplinari effettive per chi infrange la legge.
L'intervento sarebbe a costo zero ma avrebbe il vantaggio di premiare la meritocrazia e colpire solo i furbi!
Ma forse in questo modo avremo una P.A. che funziona e questo i nostri politici non lo vogliono!!
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