lunedì 23 giugno 2008

Il glutammato monosodico

Il glutammato monosodico è il sale di sodio dell'acido glutammico, uno dei 20 amminoacidi naturali. È uno degli amminoacidi più abbondanti in natura, ed è possibile trovarlo in molti alimenti come latte, pomodori e funghi oltre che in alcune alghe usate nella cucina giapponese. Il parmigiano è il cibo che ne contiene di più: 1,2 grammi ogni 100. A temperatura ambiente si presenta come una polvere bianca cristallina, solubile in acqua.
Il glutammato monosodico, la cui percezione gustativa - detta umami - costituisce uno dei cinque gusti base avvertiti dagli esseri umani, trova uso nell'industria alimentare come additivo; è identificato dalla sigla E621. È un esaltatore di sapidità e l'ingrediente principale dei dadi da brodo e dei preparati granulari per brodo.
Il sito www.disinformazione.it lancia un grido di allarme in quanto introducendo glutammato attraverso l'alimentazione (lo zucchero sintetico aspartame, glutammato monosodico, proteine vegetali idrolizzate, ecc.), i livelli nel sangue (del glutammato) aumentano fino a 20 volte!
In pratica vengono stimolati tutti i ricettori: ecco perché alcune persone hanno dispepsia o diarrea esplosiva, perché i glutammati stimolano i ricettori dell’esofago e dell’intestino. Altri possono sviluppare colon irritabile, se invece soffrono di reflusso esofageo, questo peggiora. Quando il fenomeno interessa il sistema cardiocircolatorio, potrebbe invece spiegare l’aumento di infarti letali, sempre più numerosi. La cosa comune a tutti questi casi è un livello basso di magnesio.
Quando il magnesio è basso, i ricettori del glutammato diventano ipersensibili e le persone – specie gli atleti – possono avere infarti improvvisi. Se mangiano o bevono qualcosa che contiene glutammato (una dissetante diet-coke prima di allenarsi), si produce una iperattività cardiaca e potrebbero morire di infarto. L’infarto improvviso è dovuto a due cose: aritmia, molto più diffusa, e gli spasmi delle coronarie. Entrambe le cose potrebbero essere provocate dal glutammato.
Diverso l'approccio del sito www.altroconsumo.it , più autorevole, per il quale i glutammati, servono a intensificare o a modificare il gusto degli alimenti: per questo motivo sono inutili e ingannevoli, in quanto potrebbero mascherare carenze di gusto e quindi una qualità scadente degli alimenti. Il glutammato monosodico è stato recentemente rivalutato, quando molti studi hanno escluso la sua responsabilità nel provocare disturbi quali la cosiddetta “sindrome da ristorante cinese”. In effetti, per questo additivo, la dose giornaliera accettabile è senza limite, il che porterebbe a pensare che non abbia alcun effetto nocivo sulla salute umana. Inoltre, da studi recenti, sembra improbabile che il glutammato possa essere responsabile dell’insorgenza di malattie quali il morbo di Alzheimer e di Parkinson.
Nonostante questo, in realtà, è ancora considerato un additivo sospetto, in quanto mancano riscontri che possano affermare che sia del tutto sicuro dal punto di vista sanitario. Non dimentichiamo che il glutammato si può ritrovare in una quantità vastissima di prodotti alimentari e questa assunzione elevata giornaliera può provocare intolleranze anche in chi non è comunemente sensibile a questo additivo.
Per saperne di più leggi anche l'articolo del Dottor Russel Blaylock e la sua intervista

venerdì 20 giugno 2008

Le menzogne di Stato

Non posso non pubblicare un estratto dell'articolo di Bruno Tinti (Procuratore Aggiunto della Repubblica di Torino) apparso sull'interessante blog Uguale per tutti. E' ovvio che condivido in pieno le valutazioni e soprattutto le conclusioni del magistrato.
La convulsa attività legislativa dell’attuale maggioranza ha una caratteristica particolare: ogni provvedimento emesso è preceduto e giustificato da bugie.
Non è vero che esista un problema sicurezza pubblica: il numero dei reati commessi è in costante flessione.
Se adottassero la stessa tignosa diligenza per raccontare le migliaia di corruzioni che vengono scoperte ogni giorno in Italia, le decine di migliaia di frodi fiscali che impoveriscono l’Italia di centinaia di milioni di euro, le decine di morti sul lavoro che insanguinano ogni giorno fabbriche e cantieri, i milioni di abusi edilizi che deturpano il Paese, gli inquinamenti, le frodi nei finanziamenti UE, insomma tutti quelli che per la classe dirigente italiana non sono reati degni di attenzione; ebbene, è certo che i cittadini italiani avrebbero del loro Paese una percezione diversa, assai più preoccupante del preteso problema sicurezza e certamente assai più realistica.
Non è vero che sono gli extracomunitari o i rumeni che commettono il maggior numero dei reati: in realtà questa categoria di persone commette il maggior numero di piccoli reati, furti nei supermercati, nei cantieri, sugli autobus; le rapine, il traffico di droga, gli omicidi sono commessi in percentuale maggiore da italiani; e naturalmente i reati di cui non si deve parlare, quelli che è bene che non preoccupino l’opinione pubblica, quelli citati sopra, la corruzione, la frode fiscale, il falso in bilancio, gli infortuni sul lavoro, i reati ambientali ed edilizi, gli inquinamenti, quelli sono commessi soltanto da italiani.
Non è vero che, per quanto riguarda gli extracomunitari e i rumeni che delinquono, la soluzione giusta consiste nell’espulsione: la soluzione giusta, come ognuno può capire, consiste nel metterli in prigione, proprio come si deve fare con chiunque commetta reati.
Naturalmente per fare questo occorre un sistema giudiziario che funzioni; quindi bisognerebbe cambiare in fretta e furia il 90 % della legislazione penale e processuale italiana.
E, per finire, bisognerebbe costruire molte carceri nuove e assumere un sacco di cancellieri, segretari e personale amministrativo in genere; e naturalmente ammodernare e far funzionare una struttura informatica disorganizzata e sottoutilizzate.
E’ ovvio che, piuttosto che mettersi a fare tutto questo, è più comodo far finta di aver trovato la soluzione miracolosa: li espelliamo tutti.
Non è vero che occorre limitare le intercettazioni perché se ne è abusato, come sarebbe dimostrato dal fatto che – così dicono gli affannati esponenti della maggioranza che qualche giustificazione al loro operato debbono pur trovarla – il numero degli intercettati è elevatissimo: in realtà le intercettazioni sono disposte in una ridottissima percentuale dei processi penali (a Torino 300 processi su 200.000); quindi sono pochissime.
E’ però vero che, tra gli intercettati, vi è un numero ridotto ma importante di appartenenti alla classe dirigente.
Non è vero che le intercettazioni costano troppo; la spesa denunciata dal Governo per giustificare il disegno di legge che riduce le intercettazioni, circa 300 milioni, è una piccolissima parte del bilancio della giustizia che è pari a 7 miliardi; e comunque è comprensiva delle somme pagate per i periti e i consulenti del PM, per le spese di missione della polizia giudiziaria, per le trascrizioni degli interrogatori e via dicendo.
E poi sarebbe semplice diminuire ulteriormente questo costo addossandolo ai gestori telefonici che agiscono in regime di concessione (è lo Stato che gli “concede” di fare il loro business): lo Stato potrebbe pretendere che le intercettazioni venissero fatte gratis.
Non è vero che le intercettazioni vengano pubblicate abusivamente e che quindi bisogna intervenire per bloccare questo malcostume: esse compaiono sui giornali quando è caduto il segreto investigativo, cioè quando l’imputato e i suoi difensori le conoscono, ad esempio perché sono riportate in un provvedimento del giudice che li riguarda (ordinanza di misura cautelare, di sequestro, di perquisizione etc.).
Non è vero che le intercettazioni e le altre notizie che riguardano il processo vengono passate ai giornalisti dai giudici. Per prima cosa non è mai stato provato. E poi basta chiedere ai giornalisti; che spiegheranno a chi vuole starli a sentire che le informazioni che essi pubblicano lecitamente le ricevono dai difensori degli imputati, subito dopo che loro stessi le hanno conosciute.
Non è vero che i giudici parlano dei loro processi in televisione o sui giornali: i giudici parlano (quando lo fanno, quando possono, quando qualcuno glielo chiede) delle difficoltà del processo italiano, dello stato disperato del sistema giudiziario italiano, delle pressioni o minacce o avvertimenti che ricevono, di leggi sbagliate o funzionali ad assicurare l’impunità a questo o quel potente, a questa o quella casta.
Non è vero che le notizie che non hanno rilevanza penale non debbono essere rese note all’opinione pubblica: se queste notizie riguardano uomini pubblici, gente che si è assunta la responsabilità di governare o gestire il Paese, l’opinione pubblica ha diritto di sapere tutto di loro, anche se si tratta di cose non costituenti reato.
Non è vero infine che lo Stato italiano abbia necessità di un’occupazione militare del territorio.
Prima di tutto 2.500 militari sono una quantità di uomini ridottissima rispetto a quanto ne mettono in campo Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Vigili Urbani che, tutti insieme, assommano a più di 200.000 uomini. E poi una forza di Polizia non addestrata, anzi addestrata ad operare in territorio nemico, in una situazione di guerra, con mezzi e mentalità incompatibili con la vita civile di un Paese democratico, non può che essere causa di danni e reati assai più numerosi e gravi di quelli che si vorrebbero prevenire o reprimere.
Allora, alla fine, la domanda è: perché questa gente mente?
E la risposta è ovvia: perché si tratta di leggi sbagliate, demagogiche, dirette a guadagnare popolarità e consenso e a procurarsi l’impunità.

mercoledì 18 giugno 2008

La lettera di Berlusconi e il processo Mills

Sul blog Uguale per tutti vengono pubblicati molti post interessantissimi e condivisibili. Oggi riporto l'ulitmo articolo e la lettera inviata dal Presidente del Consiglio al Presidente del Senato:
Per dovere di informazione, segnaliamo soltanto che non è vero che la collega Nicoletta Gandus, che l’imputato Berlusconi ha ricusato in mondovisione, abbia, come dice lui, «ripetutamente e pubblicamente assunto posizioni di netto e violento contrasto con il Governo che ho avuto l’onore di guidare dal 2001 al 2006, accusandomi espressamente e per iscritto di aver determinato atti legislativi a me favorevoli, che fra l’altro oggi si troverebbe a poter disapplicare».
La collega Gandus, alla quale va tutta la nostra solidarietà di cittadini prima che di magistrati e avvocati, ha solo aderito ad alcuni appelli per la giustizia, firmati da decine di persone di ogni estrazione culturale, sociale e professionale, uno dei quali si può leggere a questo link.
E ciò ha fatto nel legittimo esercizio della sua libertà di manifestazione del pensiero riconosciuta, al momento, anche ai magistrati dall'art. 21 della Costituzione.
A questo link c’è il verbale di interrogatorio dell’avv. David Mills, che spiega come fu che Silvio Berlusconi gli regalò 600.000 dollari «a titolo di riconoscenza per il modo in cui io ero riuscito a proteggerlo nel corso delle indagini giudiziarie e dei processi».Per capire cosa sia la civiltà, i 600.000 dollari sono saltati fuori non a causa di una trama dei cattivi giudici italiani, ma perché il commercialista dell’avv. Mills, in Inghilterra, resosi conto che si trattava di operazione di dubbia legalità, ha denunziato la cosa alle autorità competenti.
Come noto (uno dei tanti articoli di stampa è a questo link) «nella lettera al commercialista del 2 febbraio 2004 l’avvocato [Mills], marito di Tessa Jowell, ministro della Cultura del governo Blair, scriveva: “Io mi sono tenuto in stretto contatto con le persone di B. e loro conoscevano la mia situazione. Erano consapevoli, in particolare, di come i miei soci si fossero intascati la maggior parte del dividendo; sapevano bene che il modo in cui io avevo reso la mia testimonianza (non ho mentito ma ho superato momenti difficili, per dirla in modo delicato) avesse tenuto Mr. B fuori da un mare di guai nei quali l’avrei gettato se solo avessi detto tutto quello che sapevo”».
Per un panorama completo degli articoli di stampa su ciò che sta accadendo, vi rinviamo alla ricchissima Rassegna Stampa di Vanna Lora, che Vanna aggiorna quotidianamente, a questo link.
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Lettera del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al Presidente del Senato Renato Schifani. 13 Giugno 2008.
Caro Presidente,come Le è noto stamane i relatori Senatori Berselli e Vizzini, hanno presentato al cosiddetto “decreto sicurezza” un emendamento volto a stabilire criteri di priorità per la trattazione dei processi più urgenti e che destano particolare allarme sociale.In tale emendamento si statuisce la assoluta necessità di offrire priorità di trattazione da parte dell’Autorità Giudiziaria ai reati più recenti, anche in relazione alle modifiche operate in tema di giudizio direttissimo e di giudizio immediato.
Questa sospensione di un anno consentirà alla magistratura di occuparsi dei reati più urgenti e nel frattempo al Governo e al Parlamento di porre in essere le riforme strutturali necessarie per imprimere una effettiva accelerazione dei processi penali, pur nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali.
I miei legali mi hanno informato che tale previsione normativa sarebbe applicabile ad uno fra i molti fantasiosi processi che magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica.Ho quindi preso visione della situazione processuale ed ho potuto constatare che si tratta dell’ennesimo stupefacente tentativo di un sostituto procuratore milanese di utilizzare la giustizia a fini mediatici e politici, in ciò supportato da un Tribunale anch’esso politicizzato e supinamente adagiato sulla tesi accusatoria.
Proprio oggi, infatti, mi è stato reso noto, e ciò sarà oggetto di una mia immediata dichiarazione di ricusazione, che la presidente di tale collegio ha ripetutamente e pubblicamente assunto posizioni di netto e violento contrasto con il Governo che ho avuto l’onore di guidare dal 2001 al 2006, accusandomi espressamente e per iscritto di aver determinato atti legislativi a me favorevoli, che fra l’altro oggi si troverebbe a poter disapplicare.
Quindi, ancora una volta, secondo l’opposizione l’emendamento presentato dai due relatori, che è un provvedimento di legge a favore di tutta la collettività e che consentirà di offrire ai cittadini una risposta forte per i reati più gravi e più recenti, non dovrebbe essere approvato solo perché si applicherebbe anche ad un processo nel quale sono ingiustamente e incredibilmente coinvolto.
Questa è davvero una situazione che non ha eguali nel mondo occidentale.
Sono quindi assolutamente convinto, dopo essere stato aggredito con infiniti processi e migliaia di udienze che mi hanno gravato di enormi costi umani ed economici, che sia indispensabile introdurre anche nel nostro Paese quella norma di civiltà giuridica e di equilibrato assetto dei poteri che tutela le alte cariche dello Stato e degli organi costituzionali, sospendendo i processi e la relativa prescrizione, per la loro durata in carica.
Questa norma è già stata riconosciuta come condivisibile in termini di principio anche dalla nostra Corte Costituzionale.
La informo quindi che proporrò al Consiglio dei Ministri di esprimere parere favorevole sull’emendamento in oggetto e di presentare un disegno di legge per evitare che si possa continuare ad utilizzare la giustizia contro chi è impegnato ai più alti livelli istituzionali nel servizio dello Stato.
Vergogna!!!!
In qualsiasi altro paese (anche Africano) il capo del governo si sarebbe dimesso e affrontato i processi.
Mi vergogno per la Nostra Nazione!!!

“Nella vita di ogni popolo democratico, vi è un passaggio assai pericoloso ...”

tratto dal sito Uguale per tutti da un brano di Alexis de Tocqueville
«Può tuttavia accadere che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gli uomini a mettersi nelle mani del primo padrone che si presenti loro.
In effetti, nella vita di ogni popolo democratico, vi è un passaggio assai pericoloso.
Quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente della civiltà e dell’abitudine alla libertà, arriva un momento in cui gli uomini si lasciano trascinare e quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare.
Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti.
In casi del genere, non sarà neanche necessario strappare loro i diritti di cui godono: saranno loro stessi a privarsene volentieri ...Se un individuo abile e ambizioso riesce a impadronirsi del potere in un simile momento critico, troverà la strada aperta a qualsivoglia sopruso.
Basterà che si preoccupi per un po’ di curare gli interessi materiali e nessuno lo chiamerà a rispondere del resto.
Che garantisca l’ordine anzitutto!
Una nazione che chieda al suo governo il solo mantenimento dell’ordine è già schiava in fondo al cuore, schiava del suo benessere e da un momento all’altro può presentarsi l’uomo destinato ad asservirla.
Quando la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo dei propri affari privati i più piccoli partiti possono impadronirsi del potere.
Non è raro allora vedere sulla vasta scena del mondo delle moltitudini rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all’universale immobilità disponendo a capriccio di ogni cosa: cambiando leggi e tiranneggiando a loro piacimento sui costumi; tanto che non si può fare a meno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo».
«Se un potere dispotico si insediasse nei paesi democratici, esso avrebbe certamente caratteristiche diverse che nel passato; sarebbe più esteso ma più sopportabile, e degraderebbe gli uomini senza tormentarli.
Un sistema che potrebbe sembrare paterno, ma che al contrario cercherebbe di fissare gli uomini alla loro infanzia, preferendo che si divertano piuttosto che pensare [...].
Vedo una folla immensa di uomini tutti simili, che girano senza posa su se stessi per procurarsi i piaceri minuti e volgari di cui nutrono la propria anima.Ognuno di loro considerato in sè è come estraneo al destino di tutti gli altri [...].
Quanto al resto dei concittadini, non li vede; li tocca, ma non li sente [...]»

martedì 17 giugno 2008

Decalogo per usare il cellulare

Venti fra scienziati e oncologi di diversi Paesi (c'è anche un italiano) hanno pubblicato domenica sul sito guerir.fr un appello alla prudenza e un decalogo di precauzioni.
Si tratta di misure davvero drastiche. Del tipo: se proprio dovete telefonare, rimanete almeno ad un metro di distanza dagli altri.
Partono da questo presupposto: gli studi finora disponibili sono insufficienti per concludere che l'uso del cellulare è associato a un maggior rischio di cancro e a problemi di salute, ma c'è consenso scientifico su due punti.
Primo, i campi elettromagnetici dei cellulari penetrano significativamente nel corpo umano, soprattutto nel cervello.
Secondo, questi campi elettromagnetici hanno degli effetti biologici.
E' noto ad esempio che l'esposizione ai telefonini induce le piante ad emettere "molecole dello stress", e che la pelle umana reagisce ai campi elettromagnetici dei cellulari.
Gli scienziati sottolineano inoltre che gli studi più recenti sull'uso pluriennale dei cellulari mostrano una probabile associazione con tumori benigni e con il cancro. Donde le dieci misure di prevenzione consigliate.
Non permettere l'uso del cellulare a ragazzi e bambini sotto i 12 anni (eccezione soltanto per le emergenze), tenere ad almeno un metro di distanza il telefono durante le conversazioni usando il viva voce o un auricolare (ad esempio l'air tube headset) in grado di condurre all'orecchio il suono ma non le vibrazioni elettromagnetiche.
Durante le telefonate, rimanere ad almeno un metro di distanza dalle altre persone. Non portare il cellulare addosso (se proprio è necessario, almeno rivolgere verso il corpo la parte con la tastiera) e non tenerlo vicino al letto di notte.
Fare telefonate molto brevi, spostando l'apparecchio da un orecchio all'altro, e dire il resto attraverso il tradizionale telefono fisso munito di filo.
Evitare di telefonare quando il campo è debole o durante i viaggi: la ricerca di un antenna aumenta la potenza del segnale. Preferire gli Sms e gli apparecchi a basso Sar.
Sar è la sigla internazionale per "Specific absorption rate" (ma i francesi preferiscono dire Das, Débit d’absorption spécifique) e misura la quantità di onde elettromagnetiche emesse dai telefonini che vengono assorbite dal corpo umano.
Su guerir.fr sono anche pubblicati i Sar (o Das) dei principali modelli di telefono cellulare.
Articolo da blogeko.libero.it

Il vero volto di Berlusconi

Ezio Mauro per Repubblica
Nel mezzo della luna di miele che la maggioranza degli italiani credeva di vivere con il nuovo governo, la vera natura del berlusconismo emerge prepotente, uguale a se stessa, dominata da uno stato personale di necessità e da un'emergenza privata che spazzano via in un pomeriggio ogni camuffamento istituzionale e ogni travestimento da uomo di Stato del Cavaliere. No. Berlusconi resta Berlusconi, pronto a deformare lo Stato di diritto per salvaguardia personale, a limitare la libertà di stampa per sfuggire alla pubblicazione di dialoghi telefonici imbarazzanti, a colpire il diritto dell'opinione pubblica a essere informata sulle grandi inchieste e sui reati commessi, pur di fermare le indagini della magistratura.

Il caso Mills

Giuseppe Caruso per “l’Unità”

Sei anni di carcere per 600.000 dollari di “ricompensa”. Ecco lo spettro che agita le notti di Silvio Berlusconi, tanto da indurlo a sfornare l’ennesima legge ad personam per evitare una pena pesante in primo grado.Era stato lo stesso legale inglese (marito di un ministro dei governi Blair), nel febbraio del 2004, a spiegare che quei soldi, mai denunciati al fisco del proprio paese, gli erano stati dati da Carlo Bernasconi (defunto) per conto del cavaliere. Mills, l’ideatore negli anni ottanta della tesoreria offshore del gruppo Berlusconi per esportare capitali all’estero senza farli tassare, in cambio dei soldi aveva fornito dichiarazioni reticenti o false ai magistrati che lo interrogavano in due processi che vedevano imputato il presidente del consiglio, nel 1997 e nel 1998.

Il caso emerse per via di una lettera, anche quella del febbraio del 2004, consegnata da Mills al fiscalista inglese Bob Drennan. Nella missiva l’avvocato spiegava che le persone vicine a Berlusconi sapevano bene che se avesse testimoniato correttamente, senza bugie e reticenze, avrebbe gettato il cavaliere in guai molto molto seri. Mills si rivolse al fiscalista perché spaventato dall’incerto trattamento fiscale inglese sui 600.000 dollari ricevuti, tassabili se dichiarati come compenso professionale, esentasse se fatti passare come donazione o regalo.
E sullo sfondo la giustizia italiana che voleva vederci chiaro.
L’avvocato inglese ritrattò il contenuto della lettera, ma ad inchiodarlo ci pensò la rogatoria internazionale in cui il fiscalista Bob Drennan non solo confermava il contenuto della missiva, ma spiegava: «Mills mi aveva ribadito anche a voce gli stessi concetti. L’avvocato prese questa lettera dalla sua valigetta, la firmò, la mise in una busta, la chiuse e me la diede. Era agitato, crucciato, mi espresse la preoccupazione che se questa cosa fosse poi diventata pubblica, il fatto dei soldi dal gruppo Berlusconi e persone collegate, avrebbe avuto un impatto sulla carriera ministeriale di sua moglie. Poi temeva che le autorità italiane forse potevano avere interpretato male la cosa...e che 600mila dollari erano stati dati da Berlusconi, aveva paura che ci fosse un collegamento tra questi soldi e la deposizione in Tribunale». Per questo motivo, sentendo puzza di bruciato, il fiscalista denunciò tutto all’antiriciclaggio inglese, aumentando i problemi di Mills. E quelli del presidente del consiglio, che senza legge vergogna tra poche settimane potrebbe trovarsi con una bella condanna a sei anni per corruzione. A bloccare tutto, per il momento, ci sono le infinite malattie del banchiere italoelvetico Paolo Del Bue, ultimo testimone (per la difesa) nel processo. In un primo momento Del Bue poteva essere interrogato soltanto in Svizzera, poi quando il tribunale ha previsto una trasferta a Lugano, Del Bue ha detto di trovarsi in Brasile, dove rimarrà a tempo indeterminato per dolori toracici che gli impediscono di volare.

lunedì 16 giugno 2008

Che cosa c'è alla base delle crisi finanziarie?

da un articolo di Daniel Cohen su www.lavoce.info
Una cosa molto semplice, che può essere riassunta in poche parole: si tende a scommettere più facilmente con il denaro degli altri che con il proprio.
Questa semplice regola - i profitti sono miei (almeno in parte), mentre le perdite sono di altri - ci permette di capire il “meraviglioso mondo della finanza”.
Il crollo del sistema dei subprime si dipana in diverse fasi, ognuna delle quali rivela la visione panglossiana degli intermediari finanziari.
1. A monte della crisi, un fatto è diventato presto chiaro: la qualità di ipoteche così estese si è profondamente deteriorata perché è stata sistematicamente sovrastimata dagli intermediari responsabili della concessione dei mutui ipotecari. Con l'avvento della cartolarizzazione dei prestiti, l'agente che emette il prestito lo rivende immediatamente sui mercati finanziari. Gli incentivi sono completamente cambiati: ciò che conta è moltiplicare i numeri, non valutare la qualità del cliente.
2. La leggerezza delle banche stesse. Per approfittare al massimo delle nuove opportunità nei prestiti ipotecari, le banche hanno creato nuovi strumenti fuori-bilancio, i “veicoli strutturati di investimento”, i famigerati Siv. Immettendo le nuove attività in questi strumenti ad hoc, le banche si sono liberate delle regole prudenziali e hanno potuto sfruttare la leva finanziaria per finanziare operazioni a credito assai redditizie, senza dover ricorrere al proprio capitale.
3. La bolla immobiliare. Il denaro facile degli anni Duemila ha provocato un'esplosione dei prezzi delle attività, e in particolare di quelli immobiliari, che ha permesso alle famiglie americane di vivere a credito.
4. Le famiglie più fortemente indebitate hanno un incentivo a scommettere sul protrarsi della crescita, ignorando il rischio di un rovesciamento del mercato. Negli Stati Uniti, la caduta nel prezzo delle case ora ha raggiunto un tasso annuale medio del 10 per cento. Si è avviato un circolo vizioso: la riduzione dei prezzi obbliga le famiglie a dichiarare bancarotta, il che porta le banche a mettere all'asta le case non pagate, con un'ulteriore riduzione dei prezzi. È iniziato il “deleveraging” a tutti i livelli: per le banche, per le istituzioni finanziarie, come i fondi speculativi e le società di private equity, che hanno utilizzato la leva finanziaria fino all'estremo, per le famiglie stesse.

L'impunità per il Presidente

sintesi dell'articolo Liana Milella su Repubblica.it
Il Quirinale è preoccupato. Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino altrettanto. Berlusconi lo sa, ma va avanti lo stesso.
L'obiettivo è bloccare la sentenza del processo Mills dov'è imputato di corruzione in atti giudiziari. La strategia prevede due tempi: subito (oggi) un emendamento al decreto sicurezza, l'unico contenitore disponibile che gli può garantire la rapidità necessaria, per bloccare tutti i processi che "non destino grave allarme sociale" per i reati commessi fino al 2001 (come il suo). A seguire un disegno di legge per riproporre, con legge ordinaria, il lodo Schifani, inchieste congelate per le più alte cariche dello Stato.
il Cavaliere mette in gioco tutto pur di evitare un'ipotetica condanna e da una settimana, si lavora in modo febbrile per infilare nel decreto sicurezza la norma che proprio Ghedini aveva proposto sin da quando il governo ha cominciato a lavorare sul pacchetto. Un articolo che suona così: "Nella trattazione dei procedimenti penali e nella fissazione delle udienze è data precedenza ai processi con imputati detenuti e a quelli che abbiano messo in pericolo la sicurezza pubblica o che abbiano comportato grave allarme sociale".

Tutto per rispondere all'allarme sicurezza, "come vuole la gente" insiste il Cavaliere. Reati commessi fino al 2001 (giusto come il suo), e quindi a rischio prescrizione, ma con la garanzia che la stessa prescrizione sia sospesa per legge.
Il presidente del Consiglio ha poco tempo in quanto il processo Mills è agli sgoccioli e l'accelerazione imposta dai giudici della decima sezione del tribunale di Milano lo preoccupa. Le udienze che mancano sono poche e, salvo ostacoli, la sentenza potrebbe arrivare prima delle vacanze. La sospensione dei processi serve come il pane. Poi ci sarà tutto il tempo per approvare un nuovo lodo Schifani.

giovedì 12 giugno 2008

ddl sulle intercattazioni

Ampia sintesi dell'articolo di Giuseppe D'Avanzo su Repubblica.it
Una sobria diffidenza è legittima se Palazzo Chigi impiega due ore per sistemare un “mero errore materiale” che annuncia, per le intercettazioni, un decreto del governo e non un disegno di legge da discutere in Parlamento.
Deve intervenire addirittura il Quirinale per ricordare che il capo dello Stato ha già fatto sapere che non intende riconoscere né l’urgenza né la necessità di un provvedimento provvisorio con immediata forza di legge.
Due ore sono troppe per correggere “un refuso” banale. Dunque, non era banale e bisogna chiedersi: che cosa bolle in pentola? E chi è al lavoro in cucina?
E’ evidente che, in questa storia, manca qualche alleato di governo e si dissolve una presenza istituzionale.
Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, avrebbe potuto raddrizzare l’errore in pochi minuti con un paio di parole.E’ stato zitto.O non sapeva o non ha potuto farlo. Nell’uno o nell’altro caso, la sua statura – già pregiudicata dai fasullissimi numeri offerti al Parlamento per giustificare la demolizione delle intercettazioni come strumento investigativo – ne esce molto ridimensionata, e malinconica quando fa sapere di essere al lavoro per inserire anche la corruzione tra i reati che consentono un’intercettazione.
L’alleato in difficoltà è la Lega in quanto pensava di aver contenuto l’irruenza di Berlusconi in un recinto accettabile anche per i suoi elettori (barrage a otto anni, la corruzione “dentro”).
E’ stata ingannata. L’accordo stretto da Maroni e Alfano è stato stracciato a Palazzo Chigi. Si scorge qualche segno interessante, anche se per Berlusconi non inedito. Quando discute di affari giudiziari il Cavaliere fa affidamento soltanto sul “cerchio stretto”. Non c’è alleato che tenga .
Una voce, autorevolmente confermata, sostiene che a Palazzo Chigi si stia lavorando a un provvedimento che, come il “lodo Schifani” bocciato dalla Corte Costituzionale nel 2004, garantisce l’immunità e la sospensione dei processi in corso per le cinque più alte cariche dello Stato: presidente della Repubblica, premier, presidenti di Camera e Senato e presidente della Consulta. Questa indiscrezione è una traccia per interpretare meglio le parole di Berlusconi a Napoli.
Il Cavaliere solleva il consueto polverone.“Il disegno di legge è atteso da tutti i cittadini”, dice. I “cittadini”, ancora inorriditi dalla “macelleria” della clinica Santa Rita di Milano, giusto in queste ore hanno compreso l’essenzialità per le investigazioni delle intercettazioni.“Se non c’è il diritto alla privacy non c’è democrazia” dice, ma non si cura di spiegare – nemmeno un accenno – i meccanismi previsti dal suo disegno di legge per proteggere quel diritto (estranei innocenti possono finire anche in un’inchiesta per omicidio). Ripete le fasullissime cifre sulla quantità di intercettazioni.
Le intercettazioni potranno essere autorizzate soltanto per i reati “con pene che vadano dai 10 anni in su”.Tutti i reati più pericolosi dunque, tranne uno: la corruzione che, anche nei casi più gravi (quella in atti giudiziari), arriva a otto anni e non supera i dieci nemmeno in caso sia contestata con la semplice associazione per delinquere (la corruzione è spesso “un giro” e non un rapporto a due). Ora si dà il caso che Berlusconi sia imputato di “corruzione di persona incaricata di pubblico servizio” (Agostino Saccà) e le fonti di prova contro di lui sono appunto delle intercettazioni telefoniche. E’ vero, Palazzo Chigi esclude ci saranno norme transitorie. Ma ci si può fidare? E comunque, prendiamo per buona la notizia con qualche diffidenza. Come potrebbe il Parlamento approvare la legge che cancella le intercettazioni per la corruzione e poi autorizzare, contro il capo del governo, l’utilizzo delle intercettazioni in un processo per corruzione?

Il doppio stipendio

articolo di Antonello Caporali su Repubblica.it

Non vorrebbero, però sono costretti a ritirare due stipendi. All' inizio della legislatura un numero di neoparlamentari, questa volta sono trentanove, stenta a lasciare il vecchio incarico.
Non sa, non ha capito, o se ha capito non ha correttamente compilato il modulo, o ancora non ha compiutamente registrato l' obbligo che gli deriva dall' articolo 122 della Costituzione che purtroppo esiste e recita: "Nessuno può appartenere contemporaneamente a un Consiglio o a una Giunta regionale e ad una delle Camere del Parlamento".
Per dirla tutta, trascina il vecchio mandato e lo assomma al nuovo. Era consigliere regionale, e per un pochetto di settimane, quattro, otto, dodici, se lo tira via e lo acclude, come fosse un altro benefits, a quello attuale di senatore o deputato. Doppio lavoro e fin quando dura, anche, a norma di legge, doppio stipendio.
Ma tutto, è questo il bello!, contro la sua volontà. Egli infatti spesso comunica nei termini la propria volontà di optare per il Parlamento ma il consesso che lascia resiste, prende tempo. E le dimissioni, per essere efficaci, hanno bisogno di un voto. Facile direte. Invece è pratica che inghiotte settimane se non mesi. Non è affatto semplice accertare quel che è già accertato e definire quel che, insomma, è già abbondantemente definito: cassare il tizio che si è trasferito a Roma e nominare Caio, primo dei non eletti.
Questi ritardi consentono ai cumulanti di cumulare, lo dice la parola stessa, anche il reddito: con i due stipendi si raggiunge e si supera abbondantemente i ventimila euro mensili. Per alcuni (assessori e presidenti di Consiglio regionali) il cumulo è ancora più ricco.
Se ieri la Giunta delle elezioni del Senato non avesse voluto stringere i tempi, l' assegno si sarebbe gonfiato ancora di più, con conseguente sollievo dei bisognosi. Invece Marco Follini, il presidente dell' organismo (Giunta delle elezioni) che deve verificare i poteri e stabilire le incompatibilità dei senatori, ha riunito la commissione e redatto un verbale nel quale ha ricordato ai colleghi che ancora sono un po' di qua e un po' di là, per metà consiglieri regionali ancora e per l' altra metà già parlamentari, di sbrigarsi. Ha reso pubblica la lista con i loro nomi (chiunque voglia può prenderne visione sul sito web del Senato) e spedito ai ritardatari una raccomandata: entro tre giorni devono comunicare l' opzione e astenersi da qualunque attività istituzionale e politica nell' ufficio che lasciano. Però, anche qui c' è un però, non si è potuta avanzare la richiesta di astenersi anche dal ritiro dell' emolumento bis. Chi vorrà, fin quando potrà, passerà alla cassa e ringrazierà.

martedì 10 giugno 2008

gruppo Bilderberg

Anche quest’anno è giunta l’ora del consueto incontro del gruppo elitario Bilderberg. Ce ne dà notizia il solito Marcello Pamio su www.disinformazione.it . Questa volta la sede è stata nel lussuoso albergo Westfields Marriott a Chantilly in Virginia (Usa).
I membri italiani sono stati Franco Bernabé (Ceo di Telecom Italia Spa), Mario Draghi (governatore di Bankitalia), John Elkann (Fiat Spa), Mario Monti (Università Bocconi) e Tommaso Padoa Schioppa (ex Ministro dell’Economia).
Ma cosa è questo gruppo e perché si riunisce? Perché i telegiornali ci fanno vedere i servizi della gara del tiro della caciotta e neanche una parola su questa riunione?
Cominciamo a vedere cosa dice wikipedia:
Il Gruppo Bilderberg (o conferenza Bilderberg) è una conferenza internazionale annuale, non ufficiale, ad invito di circa 130 esponenti, spesso con ruoli di rilievo nel mondo economico, finanziario o politico.
Dato che le discussioni durante questa conferenza non sono mai registrate o riportate all'esterno, questi incontri sono sia oggetto di forte critica sia la fonte di molte teorie del complotto.
Molti partecipanti al gruppo Bilderberg sono capi di Stato, ministri del tesoro e altri politici dell'Unione Europea (anche il presidente del Consiglio italiano Romano Prodi avrebbe partecipato a qualche meeting), ma prevalentemente i membri sono esponenti di spicco dell'alta finanza europea e anglo-americana. Oggigiorno si distinguono i partecipanti in diverse categorie, ma principalmente in due: coloro che sono membri permanenti dell'organizzazione e coloro che possono essere invitati in via eccezionale come spettatori o relatori. Tra i relatori ricorrenti ci sono alcuni giornalisti dell'Economist.
Uno degli ultimi meeting, secondo wikipedia è avvenuto dall'8 all'11 giugno 2006 a Kanata in Ontario (nei pressi di Ottawa). Un comunicato stampa ufficiale ha spiegato che i temi dell'incontro erano “le relazioni euro-americane, l'energia, la Russia, l'Iran, il Medio Oriente, l'Asia, il terrorismo e l'immigrazione”.
Le misure di sicurezza sono state imponenti, e tutta la zona era presidiata. Alex Jones, impegnato a girare un documentario sul Gruppo Bilderberg, è stato identificato e arrestato dalla polizia appena sbarcato all'aeroporto di Ottawa, rilasciato solo dopo interrogatorio. Un certo James Tucker sostiene che al meeting ci sia stata una forte frattura fra la compagine americana favorevole alla guerra in Iran e la fazione europea che invece era contraria alla soluzione militare. Tra le altre cose si sarebbe stabilito il prezzo del greggio sui 70 dollari al barile.
Vi sembra normale?????

lunedì 9 giugno 2008

Il programma della giustizia di Berlusconi

Liana Milella per “la Repubblica”

Sulla giustizia Berlusconi pensa le leggi a misura dei suoi processi. Il riscontro sta nelle norme ad personam della XIV legislatura, le Cirami, le Cirielli, le Schifani, e via andando. Ora che mette le mani sulle intercettazioni tutti sanno che un incubo notturno lo perseguita: le decine di colloqui avuti con l´ex direttore di Rai Fiction Agostino Saccà che, tra le procure di Napoli e di Roma, gli costano indagini per corruzione.

Lo scandalo AIFA

Sintesi dall'articolo di Marcello Pamio su www.disinformazione.it

Continua la saga dello scandalo dei farmaci, tra talpe in Procura, intercettazioni e video dei carabinieri, e buste con migliaia di euro dentro. L’AIFA, l’Agenzia italiana del farmaco, nata sulle ceneri della CUF, la Commissione unica del farmaco, proprio per cancellare dalla memoria lo scandalo di Duilio Poggiolini (l’ex Direttore del servizio farmaceutico del Ministero della Salute), ha nel corso degli ultimi 15 anni continuato nella medesima strada. Una strada costellata di viaggi pagati, benefit, regali di lusso, corruzione, concussione, comparaggio, e chi più ne ha più ne metta.
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La parte più difficile è quella di rompere gli schemi mentali a cui siamo stati indottrinati per decenni della “pillola all’occorrenza e pronta per l’uso”; della concezione della malattia come qualcosa da annientare e distruggere con la chimica.
Se non cambieremo mentalità, modo di pensare, e se non lo faremo quanto prima, il conto da pagare sarà molto salato. Lo scandalo AIFA – semplice punta dell’iceberg - certamente da una parte mostra come gli enti ufficiali preposti alla salvaguardia della salute pubblica sono collusi e connessi con le lobbies del farmaco, dall’altra che la guerra al Generico è sempre più aperta.
Possiamo avere fiducia e pretendere controlli seri e sicurezza farmacologica da enti come l’ex CUF, gli attuali FDA, AIFA, EMEA (l’Agenzia europea per i medicinali), ecc., quando questi ricevono soldi direttamente da Big Pharma?
E’ bene ricordare che l’EMEA il 7 giugno 2006 ha permesso la prescrizione del Prozac a bambini di 8 anni!
Continuando a credere o a sperare che ci sia un ente esterno responsabile della NOSTRA salute, continueremo a delegare ad altri quello che invece spetta solo a noi. Questa pericolosissima deresponsabilizzazione ci sta lentamente svuotando della nostra individualità aprendo i portoni e le strade alle sempre più potenti lobbies. Questo ennesimo scandalo dovrebbe infatti farci vedere come noi utenti-consumatori siamo sempre più schiavi di un sistema economico-mafioso che gestisce la sanità pubblica e privata.

Grande TG2

dal blog di Daniele Luttazzi un'altra perla di buon giornalismo

Il film su Andreotti ha vinto a Cannes.
Pronto il commento revisionista del Tg2: " Nonostante le accuse, Andreotti affrontò con determinazione il processo che terminò con la sua assoluzione. "
Il Tg2 di Mauro Mazza ( An ), per l'ennesima volta, disinforma ad arte, turlupinando i telespettatori. Dovrebbe intervenire l'Ordine dei giornalisti, ma è uscito un attimo per il caffè.
Integro qui la lacuna colpevole del Tg2:
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" Ottobre 2004: Andreotti assolto in Cassazione. I tg unificati mostrano la sua avvocatessa che urla felice al cellulare:-Assolto! Assolto! Assolto!- Ma le sentenze vanno lette. L’assoluzione in realtà conferma per il 7 volte presidente del Consiglio e 40 volte ministro il reato di partecipazione all’associazione a delinquere Cosa Nostra, commesso fino all’80 e adesso prescritto. Casini si rallegra per la “sentenza liberatoria per le istituzioni”. Non vedo cosa ci sia da rallegrarsi, dato che, secondo la sentenza, è stato provato infatti che Andreotti incontrò i capi dell’ala moderata della mafia, Bontate e Provenzano, tramite Salvo Lima, che era capo della sua corrente in Sicilia. Andreotti “dialogava coi mafiosi”, “chiedeva loro qualche favore”, “ inducendoli a fidarsi di lui e a parlargli di fatti gravissimi come l’assassinio di Mattarella nella sicura consapevolezza di non essere denunciati.”
Fino all’80, quando della mafia nessuno sapeva nulla, dato che Buscetta cominciò a parlare con Falcone a partire dall’85.
Il processo non era quindi basato su teoremi, come la tv e la stampa di regime hanno sostenuto. Solo che il reato commesso è caduto in prescrizione.
Oh, certo: Andreotti frequentava l’ala moderata della mafia. L’ala moderata: sono quelli che sciolgono le vittime nel chinotto.
Andreotti va in tv e parla di manipolazione dei pentiti ( falso: nessun pentito che lo accusa è stato denunciato per calunnia ); e dice che la Cassazione non poteva annullare la prescrizione ( falso: poteva annullarla, come fece nel caso Pecorelli. Invece ha confermato. ) "

Grande esempio di informazione da Il Giornale

Marco Travaglio su L'Unità del 7 giugno
Sempre sul supplemento di Tiramolla compare un’intera pagina a firma Geronimo, noto nei migliori penitenziari come Paolo Cirino Pomicino, dal titolo decisamente impegnativo: “La verità su Mani Pulite: Scalfaro si piegò ai pm”. Visto l’autore, c’era da attendersi piuttosto un titolo del tipo: “La verità su Mani Pulite: ecco come intascai 5,5 miliardi di lire dalla Montedison e ne girai una parte a Salvo Lima”. Oppure: “La verità su Mani Pulite: ecco come fui condannato per finanziamento illecito e patteggiai per corruzione sui fondi neri Eni”.
Ora la memoria può tradire, selettivamente, Pomicino. Ma non dovrebbe tradire un giornale degno di questo nome. Infatti Il Giornale ha preso per buone le balle pomicine sul decreto Conso del 1993, le ha intitolate ”tutta la verità” e le ha illustrate con una megafoto della conferenza stampa del Pool contro il decreto Biondi (1994) con questa didascalia: “Il documento: un’immagine della conferenza stampa in cui Di Pietro bocciò il decreto del governo Amato”. Ecco. Pomicino mente con pensieri, opere e omissioni. Il Giornale mente pure con le foto.

De Magistris

Marco Travaglio per L'Unità
Innocente. Capito? Innocente. Secondo la Procura di Salerno, che ha ricevuto per tre anni una raffica di denunce contro di lui da parte dei suoi superiori e di suoi indagati, Luigi de Magistris non ha fatto nulla di illecito. Dunque va archiviato su tutta la linea perché s’è comportato sempre correttamente. Mai fatto fughe di notizie, mai passato carte segrete a giornalisti, mai perseguitato né calunniato nessuno, mai abusato del suo ufficio. Semmai erano i suoi superiori a commettere contro di lui i reati che addossavano a lui. “A causa delle sue inchieste - scrivono al gip i pm salernitani Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani - il dott.De Magistris ha subito costantemente pressioni, interferenze e iniziative volte a determinarne il definitivo allontanamento dalla sede di Catanzaro e l’esautorazione dei poteri inquirenti”.

sabato 7 giugno 2008

Derivati: il Tesoro ha perso 600 milioni nel 2007

Orazio Carabini per "Il Sole 24 ore"
Il ministero dell'Economia (Mef) nei suoi documenti ufficiali dice di ricorrere ai derivati non per speculare ma per proteggersi contro il rischio di variazioni dei tassi d'interesse e dei tassi di cambio.
Con gli swap, in particolare, scambia con una controparte, generalmente una banca, due flussi di cassa. Trasformando, di fatto, un'emissione a tasso variabile in una a tasso fisso. Oppure un'emissione in dollari o yen in un'altra in euro. Ed evitando così pericolosi "avvitamenti" innescati da inattesi rialzi dei tassi d'interesse o da impreviste crisi valutarie.
Tutto ciò ha un costo perché le controparti pretendono una commissione. Ma questo costo è noto e prevedibile. Meno prevedibile è il "saldo" finale delle operazioni che, se vanno per il verso giusto, producono benefici per le casse dello Stato, altrimenti aumentano il già gravoso onere del servizio del debito.
E i derivati? Hanno fatto il loro dovere di "ammortizzatori del rischio"? O hanno amplificato le tendenze di mercato? Purtroppo non sono disponibili dati per rispondere a queste domande: il Tesoro infatti non diffonde informazioni sul numero, le dimensioni e la tipologia dei contratti di swap firmati con le banche.
Negli anni recenti gli effetti delle operazioni di swap sono stati "prociclici". Nel senso che quando la spesa per interessi diminuiva, grazie a un trend di tassi di mercato calanti, i derivati facevano risparmiare ulteriormente il Tesoro. Al contrario, quando la spesa aumentava, anche l'effetto swap positivo si riduceva. Fino a trasformarsi in un "costo" nel 2007. Al punto che diventa lecito chiedersi: ma allora perché si fanno i derivati se non riescono ad attutire le variazioni dei tassi?

venerdì 6 giugno 2008

Terra Bruciata

Un bellissimo servizio giornalistico di Bernardo Iovene è stato trasmesso da “Report” di Milena Gabanelli (www.report.rai.it) – 9 Marzo 2008 alle 21.30.
Riguardava il traffico dei rifiuti in Campania e ne dipingeva un quadro veramente tragico.

leggi il testo della trasmissione

giovedì 5 giugno 2008

Chi è la Marcegaglia

La neopresidente di Confindustria ha impunemente affermato:
”Bisogna tornare al rispetto delle regole. Mi dispiace per la popolazione che sta annegando tra i rifiuti per colpa di piccoli gruppi che stanno provocando incidenti, ma è venuto il momento che lo Stato a Napoli riprenda il suo ruolo. C’è la necessità di sbloccare tutti gli investimenti, dai termovalorizzatori alle ferrovie, alle autostrade che sono stati bloccati per motivi ambientali. Non accetteremo più che piccoli gruppi in malafede blocchino il Paese e ci condannino al declino. Certo bisognerà dialogare con la gente parlando di compensazioni, ma poi bisognerà chiudere con i veti” (" il Sole 24 ore”, 5 maggio 2008). Secondo l'oncologo Michelangiolo Bolognini la linea dura e legalità prospettata dal presidente di Confindustria si scontra con la realtà: solo alcuni mesi fa la Marcegaglia SpA ha petteggiato una sanzione di 500 mila euro più 250 mila euro di confisca per una tangente di un milione 158 mila euro pagata a Lorenzo Marzocchi di EniPower. Oltre al patteggiamento dell'azienda, Antonio Marcegaglia, fratello di Emma, ha patteggiato 11 mesi di reclusione con sospensione della pena.
Un “Sistema Paese” che per far funzionare, a ogni costo, imprese decotte, ha bisogno dei militari è forse davvero più che “al declino”, declinato da un pezzo.
Resta però un'unica consolazione, la risoluzione dell’emergenza campana, con le discariche, potrà rendere evidente la colossale truffa del sistema inceneritorista, senza il messaggio fuorviante dei rifiuti per strada: sta ai cittadini responsabili; ai tecnici ed ai professionisti che seguono la loro deontologia; agli imprenditori coraggiosi che, ostacolati da tutti, hanno realizzato filiere di recupero di materia esemplari; prendersi carico di questo compito, con la consapevolezza di essere la potenziale maggioranza del Paese e per la sua possibile salvezza."
Michelangiolo Bolognini, medico oncologo

Caso De Magistris

A seguito del deposito, da parte della Procura di Salerno, della motivatissima (1000 pagine) richiesta di archiviazione per le accuse a carico di Luigi De Magistris – richiesta di archiviazione che fa luce su scenari veramente inquietanti nell’amministrazione della giustizia e nel suo autogoverno – è possibile leggere una articolata ricostruzione di Felice Lima della vicenda disciplinare di Luigi De Magistris con l’analisi tecnica della sentenza del C.S.M. sul sito www.toghe.blogspot.com .

mercoledì 4 giugno 2008

Incidente nucleare

Una notizia interessante per chi sbandiera la sicurezza delle centrali nucleari di oggi!
La Commissione europea ha attivato il sistema d'allerta rapida europea sui rischi radioattivi dopo un incidente nella centrale nucleare di Krsko, in Slovenia, a 130 km da Trieste, la cui attività è stata sospesa. E' quanto si legge in una nota diffusa a Bruxelles dallo stesso esecutivo Ue

" Al momento, non è stata identificata nessuna emissione nell'ambiente". Al momento.............

Trattato di Lisbona

sintesi da un articolo di Marcello Pamio
Pochi ne avranno sentito parlare, ma è già stato votato dai governanti europei, tra cui anche l’Italia. Il 30 maggio scorso, “il Consiglio dei Ministri – dice Franco Frattini – ha approvato all’unanimità il disegno di legge di ratifica del Trattato di Lisbona, che i presidenti delle Camere inseriranno come priorità nell'ordine del giorno dei lavori parlamentari”.

Ma cos’è questo Trattato e perché c’interessa? Questo Trattato modifica e sostituisce il Trattato dell’Unione europea (1992), noto come Maastricht, e il Trattato istitutivo della comunità europea (1957). Il Trattato dovrebbe entrare in vigore all’inizio del 2009, e il prossimo 12 giugno sarà una data molto importante per tutti, visto che in Irlanda si effettuerà il referendum. Unico paese in Europa ad aver istituto un voto popolare sull’argomento. Il Movimento internazionale Diritti Civili Solidarietà denuncia da mesi il pericolo di questo Trattato, chiedendo a gran voce che non venga ratificato, perché se ciò avverrà:
- aumenteranno i poteri straordinari della Commissione dell’Unione Europea in quasi tutti gli aspetti della vita dei cittadini (politica economica e difesa), privando il nostro Paese della propria sovranità e vanificando in questo senso la Costituzione italiana, a partire dall’Articolo 1 che recita “la sovranità appartiene al popolo”.
- la politica di difesa del Trattato prevede, oltre alle missioni di pace, anche missioni offensive, che violano l’Art. 11 della Costituzione. Attraverso il potenziamento delle forze militari messe a disposizione dell'Unione Europea, è in atto un tentativo di fare dell'Europa un braccio della NATO. Con la creazione di un gruppo ristretto di paesi a cui verrebbero demandate le iniziative militari, sarebbe più facile aggirare l'opposizione di chi vorrebbe evitare lo scontro strategico portato avanti da Londra e Washington nei confronti di Russia e Cina.
- in politica economica si parla di una vera e propria “dittatura dell’Unione e della Banca Centrale Europea”. Grazie al Trattato di Lisbona, infatti, i burocrati dell’Unione Europea avranno pieno titolo a bocciare qualunque misura decisa dal nostro governo, e dagli altri governi europei, per difendere la propria economia, l’occupazione, i redditi, l’industria e l’agricoltura, ed intervenire sui prezzi.
Sembra follia ma purtroppo non lo è.
L'ex ministro e insigne giurista Giuseppe Guarino, ordinario di diritto amministrativo all'Università di Roma, ha diffidato dal ratificare il trattato così com'è, perché esso codificherebbe un sistema di "governo di un organo" o "organocrazia".
Il trattato viola almeno due articoli della Costituzione italiana, l'Art. 1 e 11. Riguardo a quest'ultimo, le condizioni di parità sono violate dal fatto che paesi come la Gran Bretagna e la Danimarca , membri del trattato, sono esonerati dalla partecipazione all'Euro. Così essi possono, ad esempio, fissare il tasso d'interesse in modo vantaggioso per loro ma svantaggioso per gli altri firmatari del trattato.
Il Trattato di Lisbona in quest’ottica è l’ennesimo passo in avanti verso la creazione del cosiddetto Nuovo Ordine Internazionale, cioè “maggiori poteri di controllo di pochi su molti”. La sua ratifica permetterà ai banchieri di Bruxelles di potenziare il loro potere su noi sudditi europei e di conseguenza limitare di molto le nostre libertà individuali. La sovranità dei popoli sta per essere consegnata totalmente nelle mani di qualche oscuro e potente banchiere...

Proposte

Dal sito http://www.statali.blogspot.com/ . Alcune proposte sono interessanti

  1. abrogazione di una delle due Camere parlamentari;
  2. abrogazione delle Prefetture;
  3. abrogazione delle Province;
  4. abrogazione di enti ed uffici obsoleti;
  5. abrogazione di commissioni e sottocommissioni;
  6. abrogazione dei sottosegretari nei ministeri;
  7. abrogazione delle consulenze esterne;
  8. abrogazione del lavoro straordinario;
  9. abrogazione delle indennità “speciali”;
  10. abrogazione di distacchi e comandi;
  11. abrogazione delle spese di rappresentanza;
  12. abrogazione del valore legale dei titoli di studio;
  13. stipendi uguali per "tutti" i lavoratori in "tutta" la Pubblica Amm.ne;
  14. legare il salario di secondo livello alla realtà locale in cui sono fisicamente situati lavoratori e uffici della P.A.;
  15. mutuo agevolato 1° casa in rapporto alle diverse realtà locali;
  16. parametrare lo stipendio dei dipendenti a quello dei dirigenti;
  17. mobilità inter-compartimentale;
  18. licenziamento immediato per fannulloni e assenteisti;
  19. riduzione della tassazione della busta paga;
  20. tetto di 5.000,00 € per stipendi/pensioni delle più alte cariche

In rosso le proposte che condividono e di mio aggiungo: prepensionamento del 15% dei dipendenti pubblici; possono diventare dirigenti solo i funzionari e contratto simile a quello dei dipendenti della Banca d'Italia.

martedì 3 giugno 2008

La mancata assegnazione di frequenze per Europa 7 vale 3,5 miliardi

da Il Sole 24 Ore

La richiesta di frequenze da parte di Europa 7 merita una nuova «risposta motivata» dal Governo, che dovrà tener conto anche della sentenza della Corte di Giustizia Ue sul caso.
La giustizia amministrativa non può imporre all'esecutivo l'assegnazione di frequenze, ma solo pronunciarsi su un eventuale risarcimento danni: 2,169 miliardi in caso di attribuzione delle frequenze, 3,5 miliardi in caso contrario.


Altroconsumo e Consumers International. Una campagna contro il marketing irresponsabile delle aziende farmaceutiche

Il contributo dato dai farmaci al miglioramento del livello di salute della popolazione occidentale è fuori discussione.
Oggetto di discussione, invece, sono le strategie di marketing delle aziende farmaceutiche, che spesso rispondono più alla logica della massimizzazione delle vendite che non a quella della trasmissione di un'informazione completa e oggettiva ai medici e ai cittadini.
Consumers International ha promosso una campagna di sensibilizzazione (che Altroconsumo ripropone) contro il marketing irresponsabile delle aziende farmaceutiche dal titolo "Marketing Overdose" (www.marketingoverdose.org); con una serie di video e un finto spot televisivo si svelano le tecniche con le quali l'industria farmaceutica riesce nell'intento di vendere farmaci al di là delle reali necessità dei pazienti e al di fuori di una corretta e consapevole informazione.

Emergenza rifiuti e legalità

Secondo gli autori del blog Uguali per Tutti, Il Decreto Legge 23 maggio 2008, n. 90, contiene norme che violano fondamentali principi costituzionali, in materia di giurisdizione.
Con la scusa dell’“emergenza rifiuti” si introducono modifiche e deroghe a principi fondamentali della giurisdizione, che non possono essere in alcun modo accettati.
E’ evidente, infatti, l’estrema gravità di un “principio” per il quale la necessità di fronteggiare una emergenza “giustificherebbe” la sospensione dei principi costituzionali e la ricerca di un modo per impedire o rendere ancora più difficile alla magistratura accertare e perseguire i reati.
Ciò che sta accadendo è che chi – e ovviamente non ci si riferisce al Governo in carica, ma all’insieme trasversale di gruppi politici ed economici che negli anni sono stati consociativamente al potere – ha causato l’emergenza ne vuole gestire la “cura” in un modo che gli consenta di coprire proprie e altrui responsabilità.
Alla gravità dell’allarme in questione si deve aggiungere, per un verso, che esso è ancora più grave in un Paese la cui democrazia è vulnerata da una opposizione che non si oppone e, per altro verso, che basterebbe l’emergenza campana per trovare dolorose spiegazioni al “rinnovato clima di amicizia” che si è recentemente instaurato nel nostro Paese fra Governo e opposizione.
Il rischio è, in sostanza, che ciò che si sta negoziando sia solo un insieme di coperture reciproche.

lunedì 2 giugno 2008

Silvio Berlusconi

dichiarazione del Presidente del Consiglio:
"le leggi devono essere adattate per far vivere meglio i cittadini"

l'UE boccia il nostro piano rifiuti

Direzione Generale Ambiente della Commissione europea ha bocciato, nella serata di venerdì, il decreto rifiuti approvato dal Consiglio dei ministri a Napoli il 21 maggio scorso.
Secondo i funzionari della Direzione generale Ambiente, il provvedimento risulta in contrasto con la normativa comunitaria in materia di trattamento e smaltimento dei rifiuti.
Come tutte le leggi nazionali in materia di ambiente, anche il decreto rifiuti del governo italiano è stato infatti sottoposto al vaglio della Direzione generale Ambiente della Commissione, con l'obiettivo di verificare eventuali contrasti con la normativa comunitaria. Contrasti che, secondo fonti vicine ai tecnici di Bruxelles, sono valsi una bocciatura.
Le obiezioni dell'Ue riguardano soprattutto gli articoli che contengono deroghe: alla Commissione non sono andati giù, in particolare, l'articolo 9 (relativo alle deroghe sulla valutazione di impatto ambientale per i siti che saranno adibiti a discariche) e l'articolo 18 (che prevede un lungo elenco di deroghe alla normativa vigente in materia ambientale, igienico-sanitaria, di prevenzione incendi, sicurezza sul lavoro, urbanistica, paesaggio e beni culturali).
I tecnici avrebbero sollevato le loro obiezioni direttamente ai rappresentanti del governo italiano a Bruxelles, indicando i punti critici del decreto. Va detto che il parere della Commissione europea non è vincolante per il governo di un Paese membro. Naturalmente, però, qualora Berlusconi e suoi ministri decidessero di andare avanti e di non ascolare i rilievi dell'Ue, si aprirebbe una procedura d'infrazione contro l'Italia. E sarebbe la seconda volta: il nostro Paese è già in procedura d'infrazione, e sempre per lo scandalo dei rifiuti.

Europa 7

Marco Travaglio per L'Unità
Bene ha fatto il Consiglio di Stato ad annunciare ieri, a Borsa chiusa, i suoi verdetti sulle sette cause del caso Europa7. Ma ha fatto malissimo a non pubblicare le sentenze (che dovrebbero essere note martedì), limitandosi a un comunicato scritto in ostrogoto, incomprensibile anche agli addetti ai lavori. Solo il giulivo Confalonieri finge di sapere tutto e canta vittoria, probabilmente per rassicurare gli azionisti in vista della riapertura dei mercati dopodomani, dopo il lungo week end festivo.
Ma, da alcuni passaggi del comunicato, parrebbe avere ottimi motivi per preoccuparsi. Poi, certo, a metterlo di buonumore è la notizia che, a quanto pare, ad assegnare le frequenze a Europa7 dovrebbe essere proprio il padrone di Rete4 che le occupa senza concessione: Berlusconi.
Infatti il Consiglio di Stato sancisce “il dovere del Ministero di rideterminarsi motivatamente sull’istanza di Europa7 intesa alla attribuzione delle frequenze… anche in applicazione della sentenza della Corte di giustizia (europea) del 31 gennaio 2008”.
Traduzione (provvisoria): il governo Berlusconi, tramite il sottosegretario ad personam, anzi ad aziendam, Paolo Romani, dovrà finalmente consentire a Europa7 di trasmettere in chiaro su tutto il territorio nazionale con le apposite frequenze. E che la sentenza non sia proprio favorevole a Mediaset, lo si desume anche dal fatto che, per evitare contraccolpi sul mercato azionario, è stata annunciata di sabato.
Le cause intentate allo Stato dall’editore Francesco Di Stefano dinanzi al Tar e poi al Consiglio di Stato sono sette. Tre, più secondarie, riguardano la seconda tv del gruppo, 7 Plus; tre (più una “doppia” che sarebbe lungo spiegare) investono la rete principale Europa7.
1) La prima è sul ricorso contro l’abilitazione a trasmettere in “fase transitoria” senza concessione rilasciata a suo tempo a Rete4 dal decreto 28/7/1999 del governo D’Alema. Il Tar e ora il Consiglio di Stato ritengono il ricorso inammissibile, ma ormai la questione era superata dalla nuova abilitazione data da Gasparri nel 2004 e dalla sentenza europea che boccia tutte le leggi italiane basate sulla “fase transitoria” a partire dal ’94.
2) Europa7 chiedeva al governo di rispondere pro o contro le proprie istanze. Su questo, il Tar le dà ragione: o il governo revoca la concessione, o dà le frequenze. Mediaset fa ricorso. Ieri il Consiglio di Stato l’ha respinto, intimando al governo di “rideterminare le frequenze” chieste dalla tv mai nata e “applicare la sentenza” europea.
3) Europa7 chiede allo Stato le frequenze per Europa7 e i danni fin qui subiti per la mancata partenza dell’emittente (circa 3 miliardi). Il Consiglio di Stato chiede alla Corte europea se le norme italiane pro-Rete4 e anti-Europa7 siano compatibili con quelle comunitarie. La Corte risponde il 31 gennaio che no, la normativa italiana è incompatibile, dunque illegale, ergo va disapplicata: ubi maior, minor (cioè Berlusconi) cessat.
Ieri il Consiglio di Stato ha rinviato la decisione al 16 dicembre. Ma, in via provvisoria, ha respinto “in parte” le richieste di Europa 7. Che vuol dire? Che non le riconosce 3 miliardi di danni, ma un po’ meno? O che i danni saranno quantificati solo quando si saprà se il governo darà le frequenze? Pare di sì, visto che si “subordina” il risarcimento al “rideterminarsi” le frequenze applicando la sentenza europea.
Ma quali ordini vengano impartiti precisamente al governo ancora non si sa. L’unico dato certo è che il governo dovrà depositare “i documenti” di ciò che farà “entro il 15 ottobre”.
Ma che cosa esattamente debba fare, lo sapremo solo martedì. Per ora si sa che ora il conflitto d’interessi, da gigantesco, diventa mostruoso.

Condannata Mediaset

Roma, 29-05-2008 -
Il Tribunale di Roma sanziona Mediaset a restituire il credito residuo di tutte le carte prepagate Mediaset Premium.
Ancora una volta per affermare un diritto previsto dalla legge i consumatori costretti a rivolgersi al Tribunale.