mercoledì 18 giugno 2008

La lettera di Berlusconi e il processo Mills

Sul blog Uguale per tutti vengono pubblicati molti post interessantissimi e condivisibili. Oggi riporto l'ulitmo articolo e la lettera inviata dal Presidente del Consiglio al Presidente del Senato:
Per dovere di informazione, segnaliamo soltanto che non è vero che la collega Nicoletta Gandus, che l’imputato Berlusconi ha ricusato in mondovisione, abbia, come dice lui, «ripetutamente e pubblicamente assunto posizioni di netto e violento contrasto con il Governo che ho avuto l’onore di guidare dal 2001 al 2006, accusandomi espressamente e per iscritto di aver determinato atti legislativi a me favorevoli, che fra l’altro oggi si troverebbe a poter disapplicare».
La collega Gandus, alla quale va tutta la nostra solidarietà di cittadini prima che di magistrati e avvocati, ha solo aderito ad alcuni appelli per la giustizia, firmati da decine di persone di ogni estrazione culturale, sociale e professionale, uno dei quali si può leggere a questo link.
E ciò ha fatto nel legittimo esercizio della sua libertà di manifestazione del pensiero riconosciuta, al momento, anche ai magistrati dall'art. 21 della Costituzione.
A questo link c’è il verbale di interrogatorio dell’avv. David Mills, che spiega come fu che Silvio Berlusconi gli regalò 600.000 dollari «a titolo di riconoscenza per il modo in cui io ero riuscito a proteggerlo nel corso delle indagini giudiziarie e dei processi».Per capire cosa sia la civiltà, i 600.000 dollari sono saltati fuori non a causa di una trama dei cattivi giudici italiani, ma perché il commercialista dell’avv. Mills, in Inghilterra, resosi conto che si trattava di operazione di dubbia legalità, ha denunziato la cosa alle autorità competenti.
Come noto (uno dei tanti articoli di stampa è a questo link) «nella lettera al commercialista del 2 febbraio 2004 l’avvocato [Mills], marito di Tessa Jowell, ministro della Cultura del governo Blair, scriveva: “Io mi sono tenuto in stretto contatto con le persone di B. e loro conoscevano la mia situazione. Erano consapevoli, in particolare, di come i miei soci si fossero intascati la maggior parte del dividendo; sapevano bene che il modo in cui io avevo reso la mia testimonianza (non ho mentito ma ho superato momenti difficili, per dirla in modo delicato) avesse tenuto Mr. B fuori da un mare di guai nei quali l’avrei gettato se solo avessi detto tutto quello che sapevo”».
Per un panorama completo degli articoli di stampa su ciò che sta accadendo, vi rinviamo alla ricchissima Rassegna Stampa di Vanna Lora, che Vanna aggiorna quotidianamente, a questo link.
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Lettera del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al Presidente del Senato Renato Schifani. 13 Giugno 2008.
Caro Presidente,come Le è noto stamane i relatori Senatori Berselli e Vizzini, hanno presentato al cosiddetto “decreto sicurezza” un emendamento volto a stabilire criteri di priorità per la trattazione dei processi più urgenti e che destano particolare allarme sociale.In tale emendamento si statuisce la assoluta necessità di offrire priorità di trattazione da parte dell’Autorità Giudiziaria ai reati più recenti, anche in relazione alle modifiche operate in tema di giudizio direttissimo e di giudizio immediato.
Questa sospensione di un anno consentirà alla magistratura di occuparsi dei reati più urgenti e nel frattempo al Governo e al Parlamento di porre in essere le riforme strutturali necessarie per imprimere una effettiva accelerazione dei processi penali, pur nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali.
I miei legali mi hanno informato che tale previsione normativa sarebbe applicabile ad uno fra i molti fantasiosi processi che magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica.Ho quindi preso visione della situazione processuale ed ho potuto constatare che si tratta dell’ennesimo stupefacente tentativo di un sostituto procuratore milanese di utilizzare la giustizia a fini mediatici e politici, in ciò supportato da un Tribunale anch’esso politicizzato e supinamente adagiato sulla tesi accusatoria.
Proprio oggi, infatti, mi è stato reso noto, e ciò sarà oggetto di una mia immediata dichiarazione di ricusazione, che la presidente di tale collegio ha ripetutamente e pubblicamente assunto posizioni di netto e violento contrasto con il Governo che ho avuto l’onore di guidare dal 2001 al 2006, accusandomi espressamente e per iscritto di aver determinato atti legislativi a me favorevoli, che fra l’altro oggi si troverebbe a poter disapplicare.
Quindi, ancora una volta, secondo l’opposizione l’emendamento presentato dai due relatori, che è un provvedimento di legge a favore di tutta la collettività e che consentirà di offrire ai cittadini una risposta forte per i reati più gravi e più recenti, non dovrebbe essere approvato solo perché si applicherebbe anche ad un processo nel quale sono ingiustamente e incredibilmente coinvolto.
Questa è davvero una situazione che non ha eguali nel mondo occidentale.
Sono quindi assolutamente convinto, dopo essere stato aggredito con infiniti processi e migliaia di udienze che mi hanno gravato di enormi costi umani ed economici, che sia indispensabile introdurre anche nel nostro Paese quella norma di civiltà giuridica e di equilibrato assetto dei poteri che tutela le alte cariche dello Stato e degli organi costituzionali, sospendendo i processi e la relativa prescrizione, per la loro durata in carica.
Questa norma è già stata riconosciuta come condivisibile in termini di principio anche dalla nostra Corte Costituzionale.
La informo quindi che proporrò al Consiglio dei Ministri di esprimere parere favorevole sull’emendamento in oggetto e di presentare un disegno di legge per evitare che si possa continuare ad utilizzare la giustizia contro chi è impegnato ai più alti livelli istituzionali nel servizio dello Stato.
Vergogna!!!!
In qualsiasi altro paese (anche Africano) il capo del governo si sarebbe dimesso e affrontato i processi.
Mi vergogno per la Nostra Nazione!!!

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