mercoledì 8 ottobre 2008

Il radon



Settimana dedicata a frequentare un corso per responsabili e addetti al servizio prevenzione e protezione del mio ufficio.
Durante una eccellente lezione tenuta dal dott. Jacopo Ceradini , igienista all'ospedale pediatrico del Bambin Gesù di Roma, ci siamo soffermati sul rischio radon.

Il radon è un gas radioattivo naturale, inodore, insapore e incolore, estremamente volatile e solubile nell'acqua. E' un prodotto del decadimento radioattivo del radio, il quale, a sua volta, deriva dall'uranio.

Il radon decade originando altri prodotti di decadimento: sono proprio questi isotopi radioattivi solidi, i cosiddetti "figli del radon", a costituire il pericolo maggiore per la nostra salute poiché vengono inalati con la respirazione e si depositano nei polmoni dove, decadendo a loro volta, emettono radiazioni che danneggiano il tessuto polmonare.

E' ormai ampiamente dimostrato che una prolungata esposizione ad elevate concentrazioni di radon accresce il rischio di tumore polmonare.

L' Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato il radon come cancerogeno di gruppo 1, ossia come sostanza per la quale vi è evidenza accertata di cancerogenicità anche negli esseri umani, collocandolo al secondo posto come causa di tumori polmonari, dopo il fumo di tabacco.

E' importante conoscere e valutare gli effetti sanitari del radon, dal momento che esso rappresenta un rischio sanitario quando si accumula negli spazi confinati e, nel mondo di oggi, noi trascorriamo l'80 - 90% del nostro tempo in spazi chiusi

La principale sorgente di radon è il suolo; altra importante sorgente è costituita dai materiali da costruzione: essi rivestono solitamente un ruolo di secondaria importanza rispetto al suolo, tuttavia, in alcuni casi, possono esserne la causa principale di elevate concentrazioni di radon. Una terza sorgente di radon è rappresentata dall'acqua, in quanto il gas radioattivo è moderatamente solubile in essa.

Dal radon è possibile difendersi in molti modi. Negli edifici già esistenti è importante realizzare un'azione di monitoraggio degli ambienti e, laddove vengano riscontrate concentrazioni elevate di radon, rivolgersi a centri specializzati al fine di adottare opportune misure di mitigazione.


Per avere informazioni su come misurare il radon in casa propria potete consultare il sito http://www.radon.it/ o visitare il sito dell'ISPEL da dove ho preso spunto per questa sintesi.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Molto interessante!!!
Angela

Andrea ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Andrea ha detto...

Grazie. Sono notizie che non tutti conoscono e pesno sia meglio diffondere.