venerdì 30 maggio 2008
è una situazione vergognosa
«Viviamo una situazione di indulto quotidiano - dice alle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato - di cui tutti parlano. Ma su cui non si è fatto nulla negli ultimi anni». La pena, aggiunge Manganelli, «oggi è quando di più incerto esiste in Italia»; un qualcosa che rende «assolutamente inutile» la risposta dello Stato e «vanifica» gli sforzi di polizia e magistratura. «Non gioco a fare il giurista - prosegue il capo della Polizia - né voglio entrare nelle prerogative del Parlamento, ma quella che abbiamo oggi è una situazione vergognosa».
Che cos'è Il Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco
La definizione di guarigione che appartiene al contesto della Dieta Senza Muco è questa: Il processo naturale con il quale il corpo ripara se stesso.
Il traguardo della dieta è un corpo che ripara se stesso e lo raggiunge rimuovendo gradualmente tutti gli impedimenti, i depositi di materiali fermentati, le tossine, i veleni, le sostanze chimiche estranee, il muco e tutto quanto non appartiene alla composizione naturale del corpo. I germi, batteri o virus, comunque si voglia chiamarli, non attecchiscono in un terreno fisiologico pulito, semplicemente transitano.
Cosa significa Senza Muco? Significa una dieta che utilizza cibi che non creano muco. Il muco qui ha un valore più esteso di quello comunemente noto come secrezione fluida nasale o secrezione protettiva della membrana intestinale. Con quel termine si accomunano tutte quelle sostanze vischiose come colesterolo, catarro, flemma, ecc., molto irriverente per la precisa distinzione che la scienza ha per ognuno di questi termini, ma nella Dieta Senza Muco è irrilevante. Infatti il muco è un soggetto trattato in modo esteso da Ehret, in quanto si lega ai cibi inadatti incistandosi nel colon e da lì inserendosi in tutti gli organi del corpo.
Con il passare degli anni, la situazione peggiora e il nostro ventre diventa come il vaso di Pandora che conteneva tutti i vizi. Il nostro vaso contiene la causa di malattie che periodicamente, e poi tutte insieme ci colpiscono. Il Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco, rimuove quell'indesiderabile fardello e molto di più. A quel punto il corpo inizia a guarire se stesso, come intendeva Ippocrate. La Dieta Senza Muco è anche una dieta per chi è sano e vuole restare tale. I principi che si apprendono se applicati ci permettono di avere una vita attiva ed energica, libera dagli avvelenamenti a cui tutti purtroppo in maggior o minor misura siamo oggi soggetti.
mercoledì 28 maggio 2008
Emma in confidustria
Il suo primo discorso ha subito fatto intendere come Emma continuerà l'opera del predecessore e del governo attuale: gridando falsità, intanto non abbiamo un informazione libera che contesti!
Cominciamo con il primo provvedimento promesso da Berlusconi in accordo con confindustria: la detassazione degli straordinari! Peccato che c'è un piccolo ma. Da una parte si strappano i capelli per le morti sul lavoro (ricordo che confindustria ha protestato per il decreto sicurezza sul lavoro riuscendolo ad annacquarlo) dall'altro contribuiscono al maggior lavoro giornaliero. Chi ha un minimo di conoscenza del lavoro e onestà intellettuale dovrebbe conoscere gli studi che da decenni si attuano sul rapporto fatica/lavoro, ossia sulla stanchezza del lavoratore.
E' risaputo che l’attenzione è vigile nelle prime quattro ore di lavoro, poi inizia a decrescere nelle successive due, mentre nelle ultime due finisce per crollare e in un Paese flagellato da anni dalla piaga dei morti sul lavoro, la “bella pensata” è quella d’aggiungere altre ore di lavoro all’orario: tu lavori di più io ti pago come prima a perderci sono lo Stato, il lavoratore e il disoccupato che non riuscirà a lavorare.
Chiediamoci se in una nazione civile sia giusto il modello: paghe basse, lunghi orari di lavoro, poche vacanze.
Secondo punto dell'Emma pensiero (secondo me si sono accordati governo-giornali-industria) è quello di attaccare i dipendenti pubblici. Attenzione non la Pubblica amministrazione (dirigenti, burocrazia ecc.) ma proprio i dipendenti. Emma non pensa che, così parlando, demotiva ancor più milioni di statali, ma Emma non ha una cultura dello Stato: d’altro canto, la classe imprenditoriale italiana non ce l’ha mai avuta.
Il problema è che Emma non solo è in malafede ma non si è nemmeno informata (intanto nessuno la contraddice)
In fondo lavoro alla Ragioneria Generale dello Stato e questo "grande" istituzione ha pubblicato dei dati sull'assenteismo da dove si evinceva che la differenza tra assenze "pubbliche e "private" erano meno di due giorni! – per un costo di circa 4 miliardi di euro, non 14 come aveva urlato il Lucherino. Va bene che gli zeri davanti non contino nulla, ma gli “ 1” qualcosa contano.
La terza perla, ovviamente condivisa da Berlusconi, è sull'energia nucleare. Perché? Dati alla mano chi consuma la maggior parte dell'energia sono le industrie e cosa c'è di meglio di costruire una bella centrale nucleare con i soldi della collettività e a favore di confindustria?
Ma Emma si è chiesto come smaltiremo i rifiuti radioattivi? Con le stesse aziende (Impregilo, ecc..) che hanno smaltito perfettamente i rifiuti in Campania?
Vabbè però ci guadagniamo?
Non proprio , secondo una stima di Carlo Bertani (www.disinformazione.it) la convenienza economica ci sarebbe basta essere a conoscenza che i rifiuti dovremmo tenerli da qualche parte per 20.000 anni !!
Brava Emma sei propria la presidentessa di questa classe industriale italiana!! E poi sono i dipenti statale la palla al piede della Nazione!!
martedì 27 maggio 2008
Vitaliano Brancati
Vitaliano Brancati
(da "Sogno di un valzer", 1938)
Il provvedimento sui mutui
Repubblica, l'informazione e gli inceneritori
Soluzione Alitalia
domenica 25 maggio 2008
numero verde su salute e rifiuti
sabato 24 maggio 2008
l'energia solare
Rispetto a precedenti esperienze, il contributo pubblico previsto non viene più assegnato a fondo perduto in relazione ai costi di installazione dell’impianto, ma viene riconosciuto come incentivo in base all’energia prodotta.
In pratica, i vostri pannelli solari vengono allacciati alla rete elettrica: l’energia che producete in più rispetto al vostro fabbisogno viene accumulata o trasferita in rete. Il Gestore dei servizi elettrici (Gse) fa il conteggio di quanta elettricità avete prodotto e ve la paga a una tariffa pari a circa tre volte quella che normalmente vi addebitano in bolletta.
Possono chiedere di accedere al Conto energia i proprietari di impianti fotovoltaici realizzati in base ai requisiti richiesti dal decreto ministeriale 19 febbraio 2007, purché non abbiano beneficiato dei vantaggi economici previsti dai precedenti decreti interministeriali del 28 luglio 2005 e 6 febbraio 2006. L’incentivo, che deve essere richiesto al gestore della locale rete elettrica (Enel, Aem, Acea…), viene concesso sia per i singoli impianti personali sia per quelli condominiali e per gli edifi ci pubblici.
venerdì 23 maggio 2008
l'emendamento sava rete 4
Aulin
Schifani-travaglio
giovedì 22 maggio 2008
Attenzione ai nostri bimbi
La detassazione degli straordinari
Il nuovo parlamento
Emergenza sicurezza, la sua (Berlusconi)
La giustizia in Italia
Reputo interessante un vecchio articolo di Bruno Tinti (Procuratore Aggiunto della Repubblica di Torino), pubblicato il 22 settembre scorso sul blog "uguale per tutti", che ci invita ad alcune considerazioni più che mai attuali.
Perché, quando si parla di corruzioni diffuse, di bancarotte miliardarie, di insider trading e aggiotaggi, di abusi di ufficio e in genere di tutto il panorama delinquenziale delle classi dirigenti, nessun ministro si scandalizza per la sostanziale inefficacia della repressione penale e non propone analoghe norme di recupero di efficienza ed effettività della pena?
lunedì 19 maggio 2008
Alitalia: cosa aspettiamo!
Che succede? Alitalia è da anni incapace di intercettare la domanda di voli che emerge dall’Italia. Da anni il numero di passeggeri della compagnia resta attorno ai 25 milioni anno, mentre il numero di voli effettuati dagli italiani esplode letteralmente: da 42 milioni nel 2000 a 82 milioni di passeggeri nel 2007, grazie a vettori quali RyanAir, EasyJet e così via.
La sicurezza
L'informazione libera
domenica 18 maggio 2008
Per gli spagnoli l'Italia è xenofoba
sabato 17 maggio 2008
Quando non si può attaccare il ragionamento....
giovedì 15 maggio 2008
Marco Travaglio risponde a Repubblica
Perciò l'ho scritto (dopo valorosi colleghi come Lillo, Abbate e Gomez) e l'ho detto in tv presentando il mio libro. Anche perché la Procura di Palermo sta ancora vagliando le dichiarazioni rese nel 2007 dal pentito Francesco Campanella, già presidente del consiglio comunale di Villabate e uomo del clan Mandalà, sul piano regolatore che, a suo dire, il boss aveva "concordato con La Loggia e Schifani" (Ansa, 10 febbraio 2007).
Ciò che non è consentito a nessuno, nemmeno a D'Avanzo, è imbastire una ripugnante equazione tra le frequentazioni palermitane del palermitano Schifani e una calunnia ai miei danni che - scopro ora - sarebbe stata diffusa via telefono da un misterioso avvocato: e cioè che l'imprenditore Michele Aiello, poi condannato per mafia in primo grado, mi avrebbe pagato un albergo o un residence nei dintorni di Trabia. La circostanza è totalmente falsa e chi l'ha detta e diffusa ne risponderà in tribunale.
Potrei dunque liquidare la cosa con un sorriso e un'alzata di spalle, limitandomi a una denuncia per diffamazione e rinviando le spiegazioni a quando diventerò presidente del Senato. Ma siccome non ho nulla da nascondere e D'Avanzo sta cercando - con miseri risultati - di minare la fiducia dei lettori nella mia onorabilità personale e nella mia correttezza professionale, eccomi qui pronto a denudarmi.
Se questo maestro di giornalismo avesse svolto una minima verifica prima di scrivere quelle infamie, magari rivolgendosi all'albergo o dandomi un colpo di telefono, avrebbe scoperto che: 1) non ho mai incontrato, visto, sentito, inteso nominare questo Aiello fino al giorno in cui fu arrestato (e comunque, non essendo io siciliano, il suo nome non mi avrebbe detto nulla); 2) ho sempre pagato le mie vacanze fino all'ultimo centesimo (con carta di credito, D'Avanzo può controllare); c) ho conosciuto il maresciallo Giuseppe Ciuro a Palermo quando lavorava alla polizia giudiziaria antimafia (aveva pure collaborato con Falcone). Mi segnalò un hotel di amici suoi a Trabia e un residence ad Altavilla dove anche lui affittava un villino.
Il primo anno trascorsi due settimane nell'albergo con la mia famiglia, e al momento di pagare il conto mi accorsi che la cifra era il doppio della tariffa pattuita: pagai comunque quella somma per me esorbitante e chiesi notizie a Ciuro, il quale mi spiegò che c'era stato un equivoco e che sarebbe stato presto sistemato (cosa che poi non avvenne). L'anno seguente affittai per una settimana un bungalow ad Altavilla, pagando ovviamente la pigione al proprietario. Ma i precedenti affittuari si eran portati via tutto, così i vicini, compresa la signora Ciuro, ci prestarono un paio di cuscini, stoviglie, pentole e una caffettiera. Di qui la telefonata in cui parlo a Ciuro di "cuscini". Ecco tutto.
Che c'entri tutto questo con le amicizie mafiose di Schifani, francamente mi sfugge. Qualcuno può seriamente pensare che, come insinua D'Avanzo, quella vacanza fantozziana potrebbe rendermi anche solo teoricamente ricattabile da parte della mafia o addirittura protagonista di "una consapevole amicizia mafiosa"? Diversamente da Schifani, non solo sono un privato cittadino. Non solo non sono mai stato socio né consulente di personaggi e di comuni poi risultati mafiosi. Ma non ho mai visto né conosciuto mafiosi, né prima né dopo la loro condanna. Chiaro? Se poi questo è il prezzo che si deve pagare, in Italia, per raccontare la verità sul presidente del Senato, sono felice di averlo pagato.
Ps. Su una sola cosa D'Avanzo ha ragione. Tra i miei ex direttori, ho dimenticato quello del "Borghese": Daniele Vimercati. Era uno splendido e libero giornalista. Purtroppo non c'è più, l'ha portato via a 43 anni una leucemia fulminante. Mi manca molto.
Il governo ombra
In Inghilterra, dove gli esecutivi ombra sono di fatto istituzionalizzati, il momento in cui le opposizioni fanno sentire realmente la loro voce è quello delle interrogazioni. Ogni ministro ombra pone domande al proprio corrispettivo "ufficiale". E, una volta alla settimana, il capo della minoranza ha il diritto di fare lo stesso con il primo ministro. Solo che a differenza del nostro question time, a Westminister lo si fa a sorpresa, con domande orali (al massimo sei) e senza possibilità di risposta scritta. Da noi, invece, premier e ministri in parlamento non ci vanno quasi mai. E il question time vive prevalentemente di scartoffie, sottosegretari e sonnacchiose dirette televisive. Anche per questo, guardando queste camere formate non dagli eletti dal popolo, ma dai nominati dalle segreterie dei partiti, la sensazione sempre più forte è quella di trovarsi di fronte non a una democrazia compiuta, ma solo a una sua malriuscita caricatura.
Carlo Marcelletti
mercoledì 14 maggio 2008
Il PD ha perso un'occasione
duello Repubblica-Travaglio
Dichiarazioni dei redditi on line
detassazione degli straordinari
Ancora i fannulloni
Puntuale, “Repubblica” – giornale “ombra” – piazza telecamere nascoste (e la privacy? Mah…) all’ingresso della Corte di Cassazione, per inchiodare i dipendenti che “timbrano” e poi vanno a posteggiare l’auto. Chi conosce Roma e le adiacenze del “Palazzaccio” sa bene cosa significa trovare un parcheggio nell’area. Di più: oramai cosciente d’essere il megafono di uno sterile governo ombra, Repubblica si lascia andare a pruderie che credevamo soltanto appannaggio del Daily Mirror e della famiglia reale inglese:
Di rimbalzo, echeggia il buon Brunetta che si lancia in un’iperbole, di quelle che scuotono l’audience: basta! Licenziare tutti i fannulloni e passare alle misure drastiche: “Colpirne uno per educarne cento”. Lo avesse mai detto Travaglio, lo avrebbe carcerato per fiancheggiamento delle BR.
Noi, però, siamo in piena sintonia con il vulcanico neo ministro veneto: ha ragione! Siamo qui per aiutarlo, per concorrere a trovare qualcuno che potrebbe essere “colpito” per educare. Siccome siamo “collaborativi”, e non “ombra”, ci permettiamo di segnalare una lista di persone che, forse, andrebbero “rieducate”. Poi, decida lui com’è giusto che sia:
Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’ENI: 10 milioni di euro.
Giancarlo Cimoli, che guidava Alitalia, una compagnia sull’orlo del baratro e intanto si portava a casa uno stipendio che valeva due milioni e 790mila euro, oltre a compensi vari finiti nel mirino della procura di Roma.
Roberto Poli, presidente dell’ENI: 2,8 milioni di euro.
Vittorio Mincato, presidente di Poste Italiane: 4,8 milioni di euro. Ricevette una buonuscita di 25 milioni di euro dall’ENI.
Elio Catania, ex presidente delle Ferrovie: 2 milioni di euro.
Piero Gnudi, Amministratore delegato dell’ENEL: 2,6 milioni di euro.
Alfio La Manna , vice presidente della società Esercizi aeroportuali di Milano: 2,26 milioni di euro.
Pierfrancesco Guarguaglini, Finmeccanica: 2,6 milioni di euro.
Cos’hanno concluso, questi signori, con le loro retribuzioni milionarie (in euro)? Poco o nulla, e qualcuno di loro ha condotto l’azienda che guidava nel baratro.
A fronte, troviamo i comuni lavoratori a 20.000 euro l’anno, i ricercatori pagati 800 euro il mese con contratti a termine, i precari che non arriveranno mai a mettere insieme una pensione decente per campare, nemmeno a 65 anni.
Ora, tutti sappiamo che la pubblica amministrazione non è certo un modello d’efficienza, che ci sono gli scansafatiche e chi s’accontenta di fare il poco che gli viene richiesto.
Qualcuno, però, si domanda: cos’hanno di fronte queste persone?
Gli esempi che osservano tutti i giorni non sono tanto i dieci signori citati, bensì migliaia, decine di migliaia di parvenu che occupano quei posti soltanto perché hanno ricevuto una raccomandazione, perché sono figli o nipoti di politici e cardinali.
Se in un azienda i risultati non sono quelli previsti – visto che si tira in ballo sempre il settore privato – chi perde il posto per primo, centinaia d’operai o i manager? Purtroppo, spesso entrambi, quando le responsabilità maggiori sono sempre di chi comandava, non certo di chi doveva eseguire.
Non prendiamo però troppo sul serio Brunetta, anche se lui ama definirsi un “professore bravo”: Brunetta, lasci che siano gli altri a dirlo, l’autoreferenzialità potrà essere segno di distinzione nella Casta, ma nel Paese reale è sinonimo di sicumera e spocchia. Non prendiamolo troppo sul serio le boutade di Brunetta, perché non è il solo a conoscere le strategie di marketing.
Dopo una vendita – e le elezioni, oramai, non sono altro, visto che non eleggiamo realmente più nessuno – c’è una fase nella quale l’acquirente deve essere convinto che ha fatto la scelta giusta. Così, Bossi tuona con la Libia , Maroni con i romeni, Brunetta con gli impiegati pubblici…e compagnia cantante.
Berlusconi & soci li lasciano fare, perché sono soltanto le comparse del grande circo veltro-berlusconiano: i veri attori, sono altrove.
martedì 13 maggio 2008
Il voto di fiducia
Il voto di fiducia sia della Camera sia del Senato è necessario ed indispensabile perché il nuovo Governo possa insediarsi ed iniziare a lavorare e sancisce il rapporto tra Governo e Parlamento.
La fiducia viene votata sulla base delle linee programmatiche del Governo presentate dal Presidente del Consiglio. E’ tradizione che il Presidente del Consiglio legga il proprio discorso, alternativamente in un ramo del Parlamento, consegnando il testo all’altro ramo. Nell’ultima legislatura il Capo del Governo intervenne in Senato e consegnò il testo alla Camera.
Poco fa l'attuale Presidente del Consiglio, on.Silvio Berlusconi, ha finito di leggere il suo discorso. Interessante e in contro tendenza confronto agli ultimi vent'anni. A me è piaciuto e se Berlusconi non avesse quel passato ingombrante mi ha ispirato fiducia e quasi quasi mi vien voglia di credergli quando dice che è cambiato. Speriamo bene. Comunque a chi interessa ascoltarlo può cliccare su il link .
Pubblico anche il commento, che condivido completamente, di Massimo Giannini.
In bocca al lupo alla Nostra Nazione!!
L'indulto
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I fannulloni 2
lunedì 12 maggio 2008
I fannulloni
Per Brunetta "se non cambiamo ora, la barca non va più. Noi cresciamo dello 0,3%, gli altri Paesi dell'1,7-1,8% - afferma il ministro - quindi o noi cambiamo subito, o saremo condannati all'arretratezza".
l'infezione da HPV
La durata della copertura: il vaccino è offerto alle ragazze di 12 anni perché il virus si trasmette per via sessuale; con la vaccinazione si vorrebbe indurre lo sviluppo dell'immunità prima dell'inizio dei rapporti sessuali. Ma la copertura vaccinale è stata sperimentata solo per cinque anni. Dopo questo tempo, quando le ragazze avranno circa 17 anni, nessuno può sapere fino a che punto l'effetto sarà ancora valido.
domenica 11 maggio 2008
112 numero unico
sabato 10 maggio 2008
venerdì 9 maggio 2008
Bel governo, non c’è che dire
Marco Travaglio per l'Unità
Bel governo, non c’è che dire. «Ben equilibrato, con punte di eccellenza», come dice Franco Debenedetti. A parte la Brambilla alla Salute e la Carfagna alle Pari Opportunità, eccellenze massime, non sono affatto male nemmeno i responsabili della Giustizia e delle Comunicazioni. Berlusconi è disposto a transigere su tutto, ma in quei due dicasteri lì comanda lui fin da prima di scendere in campo.
Alle Comunicazioni, degradate a sottosegretariato, va un famiglio di stretta osservanza arcoriana: il biondocrinito Paolo Romani, ex liberale molto ex, azzurro della prima ora, coordinatore forzista in Lombardia, da sempre lì a far la guardia al bidone delle tv del Capo: prima presidente della commissione Comunicazioni, poi membro della Vigilanza Rai, sempre plaudente a ogni censura ed epurazione bulgara e postbulgara (nel 2003 si oppose fieramente alla nomina di un indipendente di prestigio come Paolo Mieli alla presidenza della Rai). Lui, del resto, la tv ce l’ha nel sangue. A metà anni 70 fonda, con Marco Taradash, Tele Livorno. Poi affianca Nichi Grauso a Videolina. Negli anni 80 lavora con Alberto Peruzzo a ReteA e con Salvatore Ligresti a Telelombardia. Poi si mette in proprio con Lombardia7 Tv, segnalandosi per programmi indimenticabili come «Colpo grosso» con Umberto Smaila e «Vizi privati», una rassegna di strip caserecci condotti da Maurizia Paradiso. Con la quale, poi, litiga furiosamente e - dice la leggenda - viene addirittura alle mani. Il passo da Maurizia a Silvio è breve. E nel ’94 Romani entra in Parlamento. Deputato. Nel 1999 Lombardia7 fallisce, lasciando debiti per oltre 12 miliardi di lire. E lui, che formalmente ha venduto tutto nel ’96, viene indagato a Monza per bancarotta fraudolenta e false fatture. Ma poi è prosciolto. I giudici tornano a occuparsi di lui nel 2005, quando scoprono che è uno dei politici beneficiari di lauti finanziamenti dalla Popolare di Lodi di Gianpiero Fiorani. Un fido con fideiussione per 400 mila euro: più o meno quel che deve pagare come risarcimento al curatore fallimentare di Lombardia7. Nessuna conseguenza penale nemmeno lì, comunque. Ora Paolino dovrà fronteggiare gli assalti a Mediaset delle toghe rosse della Corte di giustizia europea di Lussemburgo e quei comunisti della commissione Barroso che vogliono multare l’Italia per la Gasparri e le frequenze negate a Europa7. Scaramucce, per un soldatino del suo calibro.
Alla Giustizia invece, come previsto, va Angiolino Alfano. Pare che il Quirinale avesse obiettato sulla sua inesperienza. Ma è proprio questo il suo bello: è totalmente digiuno della materia, come del resto Roberto Castelli. Tanto, al governo, di esperti in fatto di processi e tribunali ce ne sono fin troppi. Due ministri pregiudicati (Bossi e Maroni) e tre imputati (Fitto, Matteoli e Calderoli), più naturalmente Berlusconi, cioè 6 su 22 (il 27%), sono più che sufficienti. Casomai avesse dei dubbi, comunque, Angiolino potrà consultarsi con gli avvocati del premier, che questa volta ne ha portati in Parlamento tre su tre - Ghedini, Pecorella e Longo - per evitare che uno avesse del tempo libero per andare ai processi al posto degli altri due. A che serviva un Guardasigilli esperto, visto che non potrà nemmeno andare alla toilette senza il permesso del Capo e dei suoi legali? Angiolino è l’ideale: già segretario particolare del Cainano, di cui si proclama perdutamente «innamorato», viene dalla Sicilia, è un fedelissimo di Schifani, è vicino a Cl, ha difeso il Cainano e Dell’Utri perseguitati dalle toghe rosse e l’estate scorsa votò contro le dimissioni di Previti dal Parlamento, per far capire che si può essere più previtiani di Cesarone. Un giorno - scrive La Stampa - commissionò ai giornali locali un sondaggio da cui risultò che il 70% dei siciliani moriva dalla voglia di andare a cena con lui. Anche quelli che non l’avevano mai sentito nominare.
Infine, last but not least, è stato filmato mentre baciava il boss mafioso di Palma di Montechiaro, Croce Napoli, al matrimonio della figlia. Ma lui naturalmente ha precisato di non sapere chi stesse baciando e di essere stato invitato dallo sposo. Lui bacia a caso, come càpita, ’ndo cojo cojo. È un piccolo Vasa Vasa, ecco. Un Vasino Vasino.