sabato 3 maggio 2008

In queste facce non crediamo più


Riporto sul mio blog lo sfogo di Mario Adinolfi sulla sconfitta del Partito Democratico.
La critica alla nostra classe dirigente è più che condivisibile: il mondo corre e l'Italia è ferma. La cosa più grave è che non se ne accorgono così presi a lottare per il potere nei loro cortili e a raschiare il barile della nostra "povera" Italia.

Il progetto era quello giusto. Il progetto è quello giusto.
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Ci si può chiedere, ora, come possa il gruppo dirigente del Partito democratico far finta che nulla sia accaduto, trincerarsi dietro una generica "amarezza" e un'altrettanta generica necessità di "tenere botta"?
La sconfitta è colpa loro, di questa pattuglia di oligarchi tra i cinquanta e i sessant'anni che stanno provando a perpetuarsi anche davanti a questo disastro.
Io chiedo conto a Goffredo Bettini, che ha affermato testualmente che se il Pd non avesse toccato l'asticella del 35% avrebbe tratto le conseguenze. Il Pd è al 33,1%, cosa aspetta Bettini? Io chiedo conto a Massimo D'Alema, che ride sotto i baffi, pronto all'ennesima riedizione di una resa dei conti stucchevole e ormai anche un po' patetica.
Io chiedo conto a Francesco Rutelli, che ha prima avvelenato i pozzi della democrazia con gli imbrogli sulle tessere della Margherita per tenere stretto il proprio potere e ora chiede addirittura come "premio" la vicepresidenza del Senato o persino la presidenza del gruppo Pd a Palazzo Madama.
Io chiedo conto a Piero Fassino, che con la moglie ora fa undici legislature e mi pare che possa bastare così.
Io chiedo conto a Giuseppe Fioroni che ha avuto l'impudenza, in nome del rinnovamento al femminile, di far diventare parlamentare della Repubblica la propria segretaria personale e la figlia ignara dell'amico ex ministro.
Io chiedo conto a Arturo Parisi che ha sempre la solita spocchia da diversità antropologica, anche quando piazza l'assistente personale alla Camera con la solita logica di cui sopra.
Io chiedo conto a Rosy Bindi che ora spera tanto che il disastro la trasformi in presidente del Pd, così, nella logica secondo cui tutto si deve tenere altrimenti tutto crolla.
Io chiedo conto a Walter Veltroni, il migliore tra noi, che ha cambiato la politica italiana prima battendosi per far nascere il Pd e poi con il passaggio dello strappo dalla sinistra radicale.
Ma Veltroni è ormai logoro, è responsabile di aver provocato un'accelerazione del quadro politico per arrivare precipitosamente a queste elezioni, ancor di più è responsabile per aver barattato la poltrona in Campidoglio con il silenzio rutelliano nella delicata fase delle primarie. Gli chiedo conto perché la sua sconfitta è in tutto simile alla sconfitta di Lionel Jospin in Francia, costretto a cedere il passo alla destra più destra e la dignità vuole che dopo una sconfitta così, come minimo, ci si dimette. In qualsiasi paese del mondo sarebbe già accaduto.
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In questa cecità irresponsabile sta tutta la condanna per il loro comportamento e sta il motivo per cui noi in queste facce non crediamo più.
Il progetto è quello giusto, ma un progetto nuovo cammina su gambe nuove.

1 commento:

Anonimo ha detto...
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