giovedì 22 maggio 2008

La giustizia in Italia

Uno dei primi passi del nuovo Governo riguardano delle iniziative su microcriminalità, lavavetri, posteggiatori etc.
Reputo interessante un vecchio articolo di Bruno Tinti (Procuratore Aggiunto della Repubblica di Torino), pubblicato il 22 settembre scorso sul blog "uguale per tutti", che ci invita ad alcune considerazioni più che mai attuali.
"Al di là dell’insipienza tecnica di queste iniziative(ma possibile che nessuno gliele spieghi ai nostri politici queste cose che sa anche l’ultimo dei giudici e l’ultimo degli avvocati?), la cosa che mi intriga è la seguente: com’è che l’allarme criminalità e le conseguenti affannate attivazioni della politica sorgono solo per questo tipo di reati?
Perché, quando si parla di corruzioni diffuse, di bancarotte miliardarie, di insider trading e aggiotaggi, di abusi di ufficio e in genere di tutto il panorama delinquenziale delle classi dirigenti, nessun ministro si scandalizza per la sostanziale inefficacia della repressione penale e non propone analoghe norme di recupero di efficienza ed effettività della pena?
E perché il Governo così sollecito su lavavetri e posteggiatori, composto da quella stessa gente che ha ululato per anni contro le leggi vergogna in materia di falso in bilancio e reati connessi, non ha avuto nemmeno una modesta iniziativa per l’abrogazione di queste leggi?
Sarà che la strategia politica (come è sempre stato finora) è quella per cui i reati degli ultimi vanno repressi mentre con i delinquenti di alto bordo si deve trovare un accordo?
Mastella & C. sembrano ignorare (ma possibile che nessuno glielo dica) che oggi il processo penale è del tutto privo di efficacia pratica, che la pena non esiste più, che l’amministrazione della giustizia è paragonabile a un’azienda in cui entrano camion carichi di carta ed escono camion carichi di carta, che applicare lo strumento penale a reati che prevedono in concreto pene inferiori a tre anni di reclusione significa fare un processo finto.
E vogliono anche ignorare che tutto questo è il frutto di una dissennata strategia che, accanto a una penalizzazione sempre più spinta e capillare per condotte di sostanziale rilevanza amministrativa (e quindi giustamente punite con sanzioni ridotte), ha costruito un codice di procedura penale idiota, folle, autodistruttivo e non so quali altri aggettivi utilizzare

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