mercoledì 14 maggio 2008

Dichiarazioni dei redditi on line

Ho già scritto in precedenza sulle mie perplessità sulla scelta dell’Agenzia delle Entrate di pubblicare su internet i redditi dichiarati dagli italiani nel 2005 in quanto non utile ai fini della lotta all'evasione. Molti amici hanno il file e l'unico scopo è quello di "impicciarsi" negli affari dei conoscenti.

Per dovere di informazione riporto anche il parere di Gregorio Arena e Maria Paola Guerra che, nel loro articolo Contribuenti fra trasparenza e privacy , ritengono che sia da respingere la qualificazione effettuata dal Garante della pubblicazione su internet disposta dall’Agenzia delle Entrate per l’anno d’imposta 2005 come problema di legittimità, in quanto l’articolo 69 del Dpr 600/1973 rende legittime l’una quanto l’altra delle due diverse ricostruzioni seguite da i due soggetti pubblici.

Secondo gli autori, invece, è necessario riportare il dibattito al suo vero nodo, giuridico e politico insieme, ossia a quanta o (meglio) quale trasparenza in materia fiscale si voglia oggi garantire nel nostro ordinamento. È preferibile privare, in nome della riservatezza, la lotta all’evasione fiscale del contributo che potrebbe venirle dalla valorizzazione del controllo sociale o al contrario occorre potenziarla con il supporto della consapevolezza diffusa di questo grave fenomeno grazie alla trasparenza dei dati?

Il che, ancora una volta, significa interrogarsi su come vada intesa la cittadinanza, nel suo delicato equilibrio di diritti e di doveri, rispetto al quale l’obbligo di “concorrere alle spese pubbliche in ragione della [propria] capacità contributiva” rappresenta un passaggio essenziale dello stesso circuito democratico dello Stato di diritto e la trasparenza rappresenta uno strumento fondamentale per garantire che tale obbligo sia equamente ripartito tra tutti i consociati.


Ma quale contributo può dare la pubblicazione dei dati? Ribadisco che gli svantaggi sono superiori ai vantaggi: per esempio sarà una manna per i promotori finanziari, direttori di banca, responsabili degli uffici postali e, infine, anche per i delinquenti (scusate per l'affiancamento delle diverse categorie!!) conoscere i redditi delle persone. In cambio di questo lesione del diritto alla privacy, il vantaggio sarebbe l'informazione che il mio dentista probabilmente dichiara meno di quello che guadagna? Interessante e imprevista come scoperta!

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