Ci risiamo, un altro ministro spagnolo si interessa della nostra politica (ma quale?) sull'immigrazione. Secondo quanto ha riferito 'El Mundo online' il titolare del Lavoro e dell'Immigrazione, Celestino Corbacho, ha accusato Roma di voler "criminalizzare il diverso, mentre io mi assumo la responsabilità di governare il fenomeno. Un immigrato illegale – argomenta l’esponente del governo di Zapatero - può avere un solo destino, il ritorno al suo Paese, ma nel mezzo bisogna soddisfare tutti i requisiti nel rispetto dei diritti umani”.
ma quale sarà la politica sull'immigrazione?
Secondo me, qui c'è l'equivoco con gli spagnoli e gli altri partner europei.
In Europa (quella civile) quando un membro del governo parla alla stampa o direttamente ai propri cittadini lo fa con cognizione di causa e prospettando in modo esatto quale sia il proprio pensiero e il suo programma. In Italia, invece, ognuno racconta la prima cosa che gli passa per la mente per accattivarsi il proprio elettorato. Ovvio quindi che in Spagna sentendo di espulsioni di massa, ronde ecc. dichiarano la loro contrarietà a qualsiasi politica xenofoba.
La maggior parte delle volte la realtà è molto differente da quello che dicono i nostri politici.
Scommetto qualsiasi cosa sul fatto che la maggioranza degli Italiani pensi che gli immigrati siano una ricchezza per l’Europa e che da combattere sono i delinquenti.
La soluzione è semplice rendere la via della regolarizzazione la più semplice possibile e punire con fermezza chi delinque. Ma nel paese, che è stata la culla del diritto, la certezza della pena ormai è una chimera anche perché si andrebbero a colpire gli interessi degli sfruttatori della massa enorme di clandestini (vedi Report di domenica scorsa).
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