mercoledì 14 maggio 2008

duello Repubblica-Travaglio


Avevo letto l'attacco di un giornalista di Repubblica a Marco Travaglio e mi era sembrato un po' strano, ho pensato cosa ci poteva essere sotto ma non ci arrivavo (non sono ancora così addentro alle dietrologie della nostra politica). Oggi è stato pubblicato su http://www.dagospia.com/ il seguente articolo rilevatore.

"Oggi con l‘intervista di D’Alema al Corriere, in cui annuncia la nascita di una corrente-partito (“aperta a tutti le forze politiche”), è iniziato il conto alla rovescia per Walterloo Veltroni. Uno show-down che si intreccia con l’attacco tosto di Repubblica a Travaglio by D’Avanzo. Deciso in duplex dal direttore Ezio Mauro e dal’editore Carlo De Benedetti. Una coppia che non ha mai nutrito nessunissima simpatia per Marcolino (che tra l’altro è ancora collaboratore dell’edizione torinese de “La Repubblica”). Allora perché il brusco scaricamento è avvenuto dopo anni di ritardo? Il travaglismo non è nato mica ieri: vedi lo tsunami che fu rovesciato, dalle colonne dell’Unità e da un grappolo di libri, contro i furbetti del Botteghino, D’Alema-Sposetti-Fassino-Latorre, all’epoca dell’affaire Unipol-Bnl. All’epoca nessuno sparò su Travaglio.

Ora i due supporter di Veltroni cambiano strategia e sbattono al muro Marcolino. Cosa è successo? Semplice: WalterEgo teme giustamente di ruzzolare con il voto delle europee (2009) e ha pensato bene di salvarsi proponendo di alzare uno sbarramento al 4 per cento al fine di sconfiggere il suo peggior nemico. Quella che viene chiamata “Agenzia del Risentimento”, formata dal quartetto-meraviglia Grillo, Travaglio, Santoro e Di Pietro. Insieme possono attirare una montagna di voti e affondare definitivamente Walterloo. E visto che lo sbarramento è un’impresa dura e improbabile, il giornale di Largo Fochetti ha iniziato la guerra all’”Agenzia”. Non è finita. Oggi, al dibattito in Parlamento per il voto di fiducia a Berlusconi, si è consumata la separazione tra Di Pietro e Pd. L’ex magistrato ha preso la parola e sbullonato more solito il Cavaliere Buono («vuole una giustizia debole con i forti e forte con i deboli, lei odia i giudici che fanno il proprio dovere»). E dagli scranni del Partito Democrativo nessuno l’ha applaudito".

1 commento:

Umberto ha detto...

Grande!! Ora credo di aver capito anch'io